Falconara: presentato il dossier Mal\'aria

E\' stato presentato questa mattina in conferenza stampa a Falconara Marittima (An) il dossier “Mal\'Aria Industriale”, il libro bianco in cui Legambiente raccoglie i dati sull\'inquinamento atmosferico prodotto dalle aree industriali più impattanti d\'Italia. Torna anche quest\'anno Mal\'Aria la storica campagna nazionale di sensibilizzazione sulle polveri sottili e l\'inquinamento atmosferico che rivendica il diritto a città più vivibile e promuove una mobilità sostenibile.
“L\'attenzione sulle emissioni inquinanti è stata sempre fortissima- commenta Francesco Brega, responsabile delle campagne di Legambiente Marche- ed è per questo che, per la prima volta, quest\'anno Legambiente ha voluto con forza il dossier “Mal\'Aria Industriale” che raccoglie tutti i dati sulle aree più a rischio nel nostro paese per sensibilizzare le istituzioni e la popolazione sui rischi causati dalle polveri sottili e in particola modo dalle emissioni industriali. Tra i sette siti più preoccupanti, raccontati all\'interno del dossier, c\'è anche la Raffineria Api di Falconara Marittima.”
Nel corso del 2007, sono state lavorate 3.613.124 tonnellate di greggio che hanno richiesto 150.739 tonnellate di combustibili per essere lavorate nell\'impianto di produzione di energia elettrica. Queste hanno immesso nell\'aria 3 tonnellate al giorno di SO2 (biossido di zolfo) e 2,7 tonnellate al giorno di NOx (ossidi di azoto). Per quello che riguarda la raffinazione, attualmente l\'Azienda Api non fornisce dati relativi agli inquinanti monossido di carbonio e polveri.
“E\' evidente l\'enorme pressione ambientale che la Raffineria Api ha su tutto il territorio circostante - commenta Enea Neri, presidente del circolo di Legambiente “Martin Pescatore” di Falconara Marittima- oltre all\'elevatissimo rischio per la salute della popolazione di Falconara Marittima e dei comuni circostanti. Ricordiamo che la zona è stata infatti dichiarata definitivamente “Area ad elevato rischio ambientale” ed è stata inserita nel programma nazionale delle bonifiche nel 2002, senza dimenticare i numerosissimi incidenti con rilevanti impatti sull\'ambiente che si sono verificati negli ultimi anni. Proprio per questo chiediamo con forza alle istituzioni e all\'Azienda di investire nelle nuove tecnologie per ridurre al massimo le emissioni inquinanti”.
“ I risultati dell\'indagine epidemiologica, i continui e dannosi incidenti stanno a confermare l\'elevato rischio a cui la raffineria sottopone la comunità di Falconara e tutto il territorio circostante-aggiunge Luigino Quarchioni, presidente di Legambiente Marche- La necessità di sicurezza pubblica contrasta con la richiesta, sempre più forte, dell\'Azienda di costruire due nuovi impianti di generazione elettrica di 520 e 60 Mega Watt, all\'interno di un\'area già fortemente compromessa e inserita nei programmi nazionali di bonifica. Inoltre- continua Quarchioni- la scelta di questi due nuovi impianti, da Legambiente fortemente criticata, è in controtendenza con le linee definite dal Piano Energetico Ambientale Regionale che punta sulle energie rinnovabili per uscire definitivamente dalle fonti fossili, incentivare il risparmio energetico e l\'efficienza in pieno accordo e rispetto degli impegni presi in Commissione Europea. Oltretutto l\'utilizzo delle fonti rinnovabili è la soluzione per uscire dalla forte crisi economica che avvolge il nostro Paese perchè con l\'impiego delle energie alternative moltissimi posti di lavoro si verrebbero a creare, come dimostrano esperienze più avanzate tra cui Germania e Spagna, piuttosto che nella lavorazione di una materia prima che è prossima all\'esaurimento.
“L\'idagine epidemiologica è stata molto utile per supportare una chiara ipotesi di rischio di eccesso di mortalità nella zona in cui insiste l\'impianto di raffineria -sottolinea Roberto Cenci, rappresentante dell\'assemblea permanente No Centrali Api – Occorre però continuare lo studio e la ricerca sulle altre patologie perchè sino ad oggi si è indagato sui decessi causati dalle leucemie e sul tumore del sistema emolinfopoietico ma è necessario continuare a studiare altri casi, come ad esempio il tumore del pancreas, in quanto questo studio è stato fatto solo su una parte delle malattie. Inoltre i ricercatori hanno confermato che nell\'area in questione- prosegue Cenci- non c\'è stato il calo delle malattie respiratorie, come ad esempio l\'asma, che invece si è registrato nel resto della Provincia. Chiediamo quindi alla cittadinanza di non sottrarsi ai controlli e alle istituzioni e alle associazioni presenti sul territorio di creare le condizioni affinchè le persone siano informate e comprendano l\'importanza di aderire all\'indagine e dare quindi la possibilità all\'Istituto Nazionale dei tumori di continuare la ricerca.”
Clicca il pdf per leggere il dossier.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 18-01-2009 alle 01:01 sul giornale del 19 gennaio 2009 - 1185 letture