Io non ti denuncio: al via la campagna a tutela della salute dell\'immigrato

La Caritas Ancona – Osimo, l’associazione Ss. Annunziata Onlus e altre realtà del volontariato locale, promuovono la campagna “Io non ti denuncio” a tutela degli stranieri irregolari.
Il progetto nasce a seguito dell\'approvazione in Senato della soppressione del divieto di segnalazione all\'autorità degli stranieri irregolari all\'interno delle strutture ospedaliere. Con le nuove disposizioni del ddl 733, infatti, i medici avrebbero la possibilità e in certi casi addirittura l\'obbligo di denunciare la clandestinità dei loro pazienti.
La campagna prevede da una parte la ditribuzione di circa 3500 spillette recanti le parole \"Io non ti denuncio\" e una lettera della Caritas diocesana agli Ospedali Riuniti di Ancona - Torrette e Ospedale materno-infantile Salesi, dall\'altra l\'affissione sul territorio comunale di Ancona e negli ospedali di due diversi manifesti: uno per informare la cittadinanza e l\'altro, più semplice e tradotto in diverse lingue, per gli immigrati.
Don Flavio Ricci della Caritas Ancona - Osimo parla di un provvedimento legislativo assurdo, che non considera le difficoltà del clandestino ma, anzi, lo pone al di fuori della legge: \"ci sono punti che devono essere ripensati dagli enti pubblici - afferma - il pacchetto di sicurezza non tiene conto della situazione dell\'immigrato che spesso vive in clandestinità\".
Esibendo la spiletta, invece, i medici rappresenterebbero una garanzia per l\'immigrato clandestino bisognoso di cure, e un distintivo di sensibilità e disponibilità travalicanti la mera burocrazia.
\"Dei miei colleghi aderiranno all\'iniziativa ma non metteranno il distintivo - prosegue il Dott. Carlo Miccoli, ideatore dell\'iniziativa - come già un\'associazione di Ancona non aderirà per paura di sortire un effetto opposto. C\'è bisogno invece di un segnale forte e di una decisa presa di posizione. La salute è un diritto fondamentale e se si privano i clandestini delle cure mediche, una fetta della popolazione straniera sarà spinta all\'invisibilità.\"
Tra le preoccupazioni principali c\'è la diffusione di percorsi sanitari ed organizzazioni sanitarie parallele al di fuori della sanità pubblica e l\'aggravarsi delle condizioni di salute di chi, per paura di essere denunciato, non si rivolge alle strutture ospedaliere, con pericolo di infezioni e focolai di malattie trasmissibili. Come fa notare Miccoli, alla base c\'è anche una buona o cattiva integrazione: la popolazione albanese, ad esempio, ormai stabilizzatasi, necessita di molte meno cure della popolazione nord-africana, che conta invece ancora molti irregolari. Oltre a traumi, raffreddamenti e disturbi gastrici, infatti, una delle principali patologie riscontrate è ansia e depressione, dovute probabilmente ad un irrisolto contratto sociale.
Questo è un articolo pubblicato il 25-03-2009 alle 23:16 sul giornale del 25 marzo 2009 - 1365 letture