Università: importante scoperta del gruppo di ricerca del prof. Francescangeli

La recente scoperta di un gruppo internazionale di ricercatori, guidato dal professor Oriano Francescangeli dell’Università Politecnica delle Marche, spalanca nuove prospettive per quel settore della tecnologia che riguarda la manipolazione rapida dell’informazione ottica: dai display ai computer ottici.
È stata infatti dimostrata sperimentalmente la “fase nematica ferroelettrica” in un cristallo liquido formato da particolari molecole organiche, note come “molecole a banana” per la loro forma ripiegata. Quando si parla di “fase nematica ferroelettrica” s’intende uno stato della materia in cui un fluido anisotropo presenta una polarizzazione spontanea, la cui direzione può essere facilmente controllata mediante un campo elettrico. Tale stato della materia viene ora identificato per la prima volta: se ne dà dimostrazione sperimentale a vent’anni dalla sua previsione teorica.
La scoperta ricopre un particolare interesse scientifico in sé, nel campo della nella fisica della materia condensata, ma anche per le enormi potenzialità applicative nella tecnologia dei dispositivi elettroottici. Il risultato ottenuto dal gruppo del professor Francescangeli rappresenta quindi un grande successo, e in prospettiva è un significativo passo avanti verso la realizzazione di una nuova classe di dispositivi elettroottici innovativi basati su fluidi ferroelettrici allineabili a comando mediante la semplice azione di un campo elettrico. Le potenziali applicazioni riguardano, come si diceva, display e sensori a cristallo liquido di nuova generazione, dispositivi per l’elaborazione dell’informazione ottica, circuiti, memorie e computer ottici.
I risultati di questo lavoro sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista internazionale Advanced Functional Materials [1] e hanno già riscosso notevole risonanza nella comunità scientifica ricevendo tra la l’altro l’attenzione di grandi laboratori internazionali di ricerca quali lo European Synchrotron Radiation Facility di Grenoble (presso il quale sono state condotti gran parte degli esperimenti), che ha dedicato a questa scoperta un apposito spazio nella sezione Spotlight on Science della propria pagina web (www.esrf.eu/news/spotlight/spotlight86/).
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 05-09-2009 alle 15:10 sul giornale del 05 settembre 2009 - 7358 letture