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comunicato stampa

Giaccaglia (AnconAmbiente): 'Portare i rifiuti a Corinaldo ci costa troppo'

5' di lettura

Anconambiente

Chissà perché, da sempre, lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani per la città di Ancona rappresenta solamente un costo. Di anno in anno sempre più consistente - sottolinea Gianni Giaccaglia, presidente di AnconAmbiente - Tanto per capirci, fino ad oggi i rifiuti del capoluogo vanno nella discarica di Corinaldo (57 km), che si sta saturando.

Nel frattempo, gli Enti interessati stanno valutando, per il futuro, di indirizzarli in impianti previsti o sempre a Corinaldo o a Maiolati Spontini (42 km). I nostri mezzi fanno centinaia di viaggi per conferire la spazzatura con un costo sempre più alto che finisce poi per pesare sui cittadini. Finiscono invece per “crescere” le casse dei Comuni che ci accolgono. Questo vale per i rifiuti da discarica ma vale anche per la frazione organica che, grazie alla raccolta differenziata, aumenta di anno in anno. Per smaltire i rifiuti solidi urbani a Corinaldo, spendiamo complessivamente 88,90 € a tonnellata ma dobbiamo anche aggiungere il costo di trasporto che per un camion da 20 tonnellate si aggira -andata e ritorno - attorno ai 380 €. Una somma, questa del trasporto, che viene pagata dal Comune di Ancona direttamente ad AnconAmbiente. Nel 2008 abbiamo conferito in discarica oltre 42 mila tonnellate, nel 2009 34.000 (nel frattempo, come detto, è cresciuta la differenziata) e quest’anno ne prevediamo 28.000.

Lo stesso vale (anche se in modo inverso) per la frazione organica, che è passata dalle 580 tonnellate del 2008 alle 4.400 del 2009, con una previsione di quasi 8.000 per il 2010. Su questo fronte AnconAmbiente è costretta addirittura ad andare fuori Regione: da Ferrara a Rimini a Perugia, con un costo trasporto di 752 € per ogni 20 tonnellate - sempre andata e ritorno - oltre ovviamente ad una spesa (compresa fra gli 85 ed i 120 €) per il trattamento di ogni tonnellata. Conti alla mano, in questo 2010 il Comune di Ancona pagherà in discarica a Corinaldo quasi 2,5 milioni di euro e, in giro per l’Italia, quasi 720.000 € per la frazione organica. E chissà cosa succederà se i futuri impianti e la discarica dovessero essere realizzati a Maiolati Spontini, dove già adesso ogni tonnellata di rifiuto costa 102,43 €. A tal proposito, si evidenzia che, a fronte di un contratto con il Comune di Ancona che prevede per la voce “Trasporti” un corrispettivo di 680.000 €, le maggiori distanze percorse esclusivamente per il conferimento della frazione organica fuori regione comporteranno a carico delle casse comunali un maggiore onere di 260.000 € (oltre, ovviamente, a quanto previsto da contratto). Ecco perché è oltremodo urgente lavorare per una discarica sul territorio e per la contestuale realizzazione dell’impianto di trattamento dei rifiuti. E’ evidente che gli Enti preposti alle scelte dovranno tener conto di tutto ciò e dovranno ragionare in termini di economicità oltre che, ovviamente, di funzionalità.

D’altra parte, lo smaltimento dei rifiuti - se gestito in modo serio e corretto - può davvero rivelarsi un buon affare per la partecipata e quindi anche per la comunità interessata che comprende oltre ad Ancona anche i Comuni di Camerano, Chiaravalle, Castelfidardo, Fabriano e Cerreto D'Esi. Più precisamente, la disponibilità di una discarica può davvero capovolgere l’equazione immondizia=costi in immondizia=risorsa. Ecco quindi che dover gestire una azienda moderna come AnconAmbiente, che con i suoi 295 dipendenti e i suoi quasi trenta operatori stagionali, rappresenta una fra le importanti realtà produttive/occupazionali delle Marche. Vuol dire anche porsi dinanzi a queste problematiche in maniera virtuosa, senza paraocchi né falsi tabù e con sano pragmatismo. Ancona da sola produce circa il 22% (un quinto) di tutti i rifiuti dell’ambito provinciale ed il Comune capoluogo detiene l’89% delle quote societarie di AnconAmbiente. Il mio obiettivo è pertanto quello di valorizzare la partecipata proprio puntando a far sì che dalla sua attività si ottengano ricavi e, quindi, un minor peso sulla finanze pubbliche.

D’altra parte, AnconAmbiente è tutt’altro che una azienda decotta ma deve poter dire la sua in modo chiaro e senza subire supinamente scelte che appunto non privilegiano la qualità del servizio, l’economia di gestione e la tutela del patrimonio aziendale. Nei limiti del possibile occorre quindi fare di tutto per invertire la rotta, per far sì che i rifiuti siano una vera risorsa, tale da poter ridurre il costo dell’intero ciclo di smaltimento e liberando al contempo investimenti da utilizzare per garantire un servizio migliore. Questo potrebbe anche voler dire disporre di una discarica o di un impianto di trattamento nel nostro territorio. Perché escluderlo a priori? Tantissimi anni fa, quando la differenziata non era stata neppure concepita, i nostri rifiuti andavano a Monte Umbriano. Lavorare su di un sito nostro, significherebbe gestire in maniera ancor più moderna una realtà industriale di primo livello che non può essere trattata alla stregua di un …”utile” carrozzone ma che merita invece rispetto per l’importanza della sua mission, per la professionalità e per l’abnegazione delle sue maestranze.



Anconambiente

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 28-10-2010 alle 17:11 sul giornale del 29 ottobre 2010 - 2766 letture