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A tu per tu con l'attrice Hazel Morillo. A breve rappresenterà l'Italia al Santa Barbara Film Festival

Hazel Morillo 5' di lettura Ancona 29/01/2014 - A tu per tu con l'attrice Hazel Morillo che a breve rappresenterà l'Italia (ed Ancona per le sue origini ndr) al Santa Barbara International Film Festival che ospiterà i big del cinema internazionale tra cui Leonardo Di Caprio e tanti altri ancora. Definirla non è difficile: la sua parola d'ordine è "Semplicità". La video-intervista.

A breve solcherà uno dei read carpet più noti d'America, dopo il suo primo film d'esordio 'Se chiudo gli occhi non sono più qui' del Regista Vittorio Moroni, ma nonostante tutto la parola che la definisce meglio, stando a tu per tu con lei è sicuramente la "semplicità". Come ha poi consigliato lei stessa ai giovani attori: "rimanere semplici ed umili".

La trama raccontata dalle parole di Hazel Morillo. "Seppure il film potrebbe sembrare un film d'emigrazione, invece è estremamente attuale - ci dice l'attrice anconetana diplomata al Panzini di Senigallia, Hazel Morillo (nel film Marilou ndr)- Kiko, mio figlio, nel film, è un ragazzino adolescente nato dal matrimonio con un italiano (interpretato da Ignazio Oliva ndr) che viene a mancare. Nonostante le difficoltà, Marilou filippina di origini, si rifà una vita con un nuovo compagno, il Caporale Ennio (l'attore Beppe Fiorello)".

Ennio, figura autoritaria, costringe il figliastro a lavorare nei cantieri edili a causa dei brutti voti che il ragazzo porta a casa. Ma la realtà è che il giovane Kiko, oltre al bullismo subito a scuola, non riesce a trovare il tempo per lo studio, un amore che il padre, amante dell'astronomia, gli aveva inculcato fin da piccolo. E' così che il ragazzo si rifugia in un mondo tutto suo, perchè sente di vivere nel pianeta sbagliato ed il solo posto dove è possibile sognare è un vecchio bus abbandonato. Il bus diventa per lui un mondo parallelo dove puo ancora parlare con suo padre. A cambiare, però il suo destino, sarà l'amico paterno Ettore, che diventa suo mentore, ma un suo segreto gli sconvolgerà la vita.

"Le recensioni sono positive - ha detto l'attrice Hazel Morillo - all'International Film Festival di Roma, in concorso nella categoria giovanile "Alice nella città" il pubblico molto giovane lo ha apprezzato molto e la prima del prima del film, per me, è stata molto emozionate e credo che al di là della storia è un film che va valutato a 360 gradi, perchè porta a riflettere su questioni importanti".

Si trattano "problematiche sociali attualissime" del mondo scolastico, del bullismo e il confronto con i suoi coetanei nell'età adolescenziale, come nel rapporto figlio-madre dove la figura del paterna, seppur sempre vivida in Kiko, viene a mancare fisicamente e si trova ad interagire con il compagno della madre. Un film, dunque, che pur nella sua drammaticità è di interesse culturale e commuove nel profondo poichè che tocca tanti aspetti delle problematiche sociali del mondo d'oggi.

"Vi sono anche altri aspetti - ha sottolineato la Morillo - che incidono nel film e non sono marginali come l'unione di un italiano e una donna di origini filippine, lo scambio di culture nella quotidianità. La lingua stessa d'origine della donna utilizzata nel rapporto intimo tra madre e figlio".


"Penso che il film - ha aggiunto ancora l'attrice - mi abbia fatto recuperare anche le mie origini filippine a partire dalla lingua, così come le tradizioni filippine. Cosa che avevo un pò perso nella mia quotidianità e sono molto contenta e felice di aver ritrovato le mie origini, un orgoglio che si rinvigorisce e che mi fa riscoprire qualcosa che a partire dall'età adolescenziale avevo perso. Nel film, in un certo senso, - ha evidenziato l'attrice - ho rivissuto l'adolescenza".

Ambientato a Bolzano, il film, si basa su delle ricerche, da parte del Regista Moroni, durate quasi quattro anni. Per conoscere il mondo scolastico adolescenziale, lo stesso regista si è messo sui banchi di una scuola romana, per ben due mesi, per immedesimarsi nell'ambiente ed intrepretare al meglio la mente adolescenziale. Il tutto per strutturare il personaggio del protagonista 16enne di origini italo-filippine kiko. Mentre per Hazel, la "bellissima esperienza" come la definisce lei, è iniziata due anni fa quando si è dato il via alle ricerche del casting. "Un workshop full immersion con un coach per amalgamare i personaggi ed in particolare il mio ruolo con tre ragazzi, da selezionare, per interpretare Kiko".

"È stata dura - ha detto Hazel - ma credo nel destino e che il destino continui...Il mio primo casting l'ho fatto con l'attore che interpreta nel film Kiko (selezionato tra tre giovani attori) e so che ha dato il cento cento e per me lo stesso... è stata una esperienza intensa, ma bellissima".

"Credo che - ha rimarcato la Morillo - questo film, che non ha la pretesa di cambiare la vita dell'adolescente, voglia far riflettere sul mondo adolescenziale, come si porterebbe migliorare il rapporto umano sia a casa che nella scuola. I ragazzi di oggi non sono più abituati a risolvere i problemi, non sono più capaci di reagire".

Hazel Morillo, fin da piccola sognava di fare l'attrice, e il suo destino la portata qui, quasi "per caso". "Da ragazzina, negli anni 80, sono stata chiamata in TV, ma i miei genitori non hanno voluto, ho rispettato il loro volere, ma quel sogno era rimasto nascosto. Poi due anni fa il teatro dilettantistico e poi il cast...e tutto è successo per caso".

Ed, ora mentre cavalca l'onda del successo, ai giovani attori da un consiglio. "Puntare alla professionalità nel proprio lavoro, ma rimanere sempre semplici ed umili. Prima o poi, in generale, la bontà ripaga sempre".








Questo è un articolo pubblicato il 29-01-2014 alle 17:48 sul giornale del 31 gennaio 2014 - 5941 letture

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