Dialogo banche ed Industria. Ad Ancona per sostenere il progetto il Presidente Piccola Industria nazionale Baban

Al via una nuova stagione di dialogo banche ed Industria. Ad Ancona il Presidente Piccola Industria nazionale, Alberto Baban, suggella l'importanza del virtuoso progetto I.Ba.N. (Imprese banche network) nato da un'idea Confidustria Ancona nel novembre scorso e già arrivano i primi risultati positivi.
Sia apre una nuova stagione di dialogo, grazie a Confidustria Ancona, tra banche ed imprese grazie al progetto I.Ba.N. Un progetto che si impone come fondamentale, in particolare per la piccola industria, in un contesto di crisi attuale. A fare gli onori di casa il presidente di Confidustria Ancona, Claudio Schiavoni. "Necessario un cambio di approccio - ha esordito Schiavoni - che spingesse banche ed imprese ad un nuovo dialogo, con un unico vocabolario comune ed un rapporto reciprocamente fiduciario per consentire a tutti di operare sinergicamente lla ricerca di un nuova normalità del rapporto".
Ad aderire al progetto un pool di banche (Banca dell'Adriatico-Gruppo Intesa, Banca delle Marche, Banca popolare di Ancona, Banche credito cooperativo, Banca Monte Paschi di Siena e Unicredit) e circa 50 aziende locali (piccole industrie con circa 30/50 dipendenti e un fatturato di un massimo di 10 milioni di euro) e con adesioni, da parte di entrambi, in continua crescita. Il tutto in continua evoluzione e nella volontà di rendere il modello permanente per esportarlo oltre i confini locali. E' così che so potrà mediare con un sistema del credito per dialogare con gli imprenditori anche al di là dei numeri.
Alberto Baban, presidente nazionale piccola industria ha voluto essere presente. "Questa iniziativa è il segno tangibile - ha affremato Baban - che di un rinnovato dialogo tra il mondo bancario ed il mondo delle imprese e perchè dimostra la vitalità dei territori nell'individuare strumenti e modalità nuove per reagire alla crisi. Conoscere e 'conoscersi' è infatti la premessa a qualsiasi progetto di sviluppo. Auspichiamo che grazie ad Iban le banche tornino ad ascoltare la voce delle imprese". Ma nel dialogo banche-aziende dovrà fare da spalla anche il Governo. Necessario, stando a Baban, far capire a chi governa la mancanza di competitività ovvero i limiti che penalizzano l'industria.
"Le imprese sono forti ed hanno voglia di reagire - ha precisato Luciano Goffi, presidente ABI Marche - così come le banche che hanno aderito a questo progetto in questo momento delicato e difficile. Veniamo da troppi anni di recessione che hanno colpito in maniera molto pesante anche il mondo delle banche, come delle imprese. Dopo tanti anni di crisi i numeri dell'aziende riflettono la durezza di questa crisi. Spesso le banche non valutano i valori immateriali, ma ciò che è scritto nei bilanci. Così facendo la banca vede spesso la parte negativa dei bilanci e l'imprenditore stenta a farsi leggere in maniera completa nei suoi valori più profondi ed in una strategia di rilancio. L'auspico va ad una estensione del progetto".
La necessità, dunque, che si pone davanti è quella da parte di Confindustria Ancona di avvicinare al dialogo banche e piccoli imprenditori. Non una soluzione per ottenere liquidità facile, ma un modo per conoscersi e conoscere il valore potenziale delle aziende. "Lo sforzo reciproco di ascoltarsi a vicenda" ci dicono a margine della conferenza. "Il progetto si sta ampliando - ha affermato Diego Mingarelli, Presidente Piccola Industria Ancona ed anima del progetto - altri partner del mondo del credito vogliono inserirsi nel progetto, così come altre aziende. I primi risultati sono decisamente incoraggianti tra il 20 ed il 30 gennaio siamo risuciti a portare un pool di banche in 33 aziende del territorio ed altre 15 aziende vogliono hanno fissato l'appuntamento nei prossimi giorni ed altre 50 aziende hanno già fatto richiesta di partecipare al progetto nei prossimi mesi". L'obiettivo è duplice: da un lato aumentare il pool di banche passando ad 6 a 10 e dall'altro rendre il progetto permanente creando un network solido tra aziende ed istituti di credito. Nè mancherà "la predisposizione di un fascicolo banca, la collaborazione con la Confidi Marche e la realizzazione di una indagine sui costi bancari".
Fondamentale è anche il rapporto tra imprese e banche per poter sviluppare le aziende all'estero. "Da Iban - ci dice orgoglioso Mingarelli che ha sviluppato il progetto - ne sono uscite caratteristiche di confronto e tavoli per fare il punto per poter lavorare". I mercati esteri, dunque, come leva strategica in questo periodo difficile, dove Confindustria può consentire di valutare le imprese con molta celerità. Costituita anche la rete Confidi Marche per finanziare le leve della crescita delle piccole industrie del nostro territorio.
Ed all'estero guarda anche Confindustria nazionale."Confindustria nazionale guarda all'estero - ha precisato Alberto Baban, presidente delle piccola industria nazionale - ma anche al narrare dell'imprenditore. Necessario non reprimere il mercato con regole di austerità che pesano ed non agevolano la ripresa". La fase complessa di questo momento, stando a Baban, guarda necessariamente verso l'estero. Ma gli imprenditori devono avere progetti validi per l'internazionalizzazione che non significa delocalizzazione.
Ed ora si attendo gli ulteriori sviluppi del progetto che già guarda al futuro ed in particolare all'internazionalizzazione delle piccole aziende e la valorizzazione dell'importanza di crescere sul mercato estero.
Questo è un articolo pubblicato il 10-02-2014 alle 17:10 sul giornale del 11 febbraio 2014 - 1270 letture
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