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La politica della prevenzione, insediato il neo prefetto di Ancona. Cannizzaro: "Amo lavorare con la porta aperta"

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Prevenzione è la parola d’ordine del nuovo Prefetto della provincia di Ancona, Raffaele Cannizzaro. Per la sua opera di salvaguardia dai crimini chiede la collaborazione di tutti i cittadini. Partendo da una riflessione sui sanguinosi fatti di Parigi di mercoledì sottolinea la necessità di rendere il territorio totalmente vigile. Tuttavia, ricordando le parole del Ministro Alfano, secondo cui in Italia non sussiste un imminente pericolo – “e questo deve renderci sereni” -, l’ex Prefetto di Cosenza e Catanzaro, spiega che in Prefettura si è preparati e attenti per mestiere. 

Cannizzaro delinea tre punti per organizzare la prevenzione: “individuare i potenziali obiettivi; adeguare il grado di attenzione all’obiettivo; porre sull’obiettivo l’attenzione culturale dei cittadini”. Vuole innanzitutto tranquillizzare la popolazione rispetto alla paura per il percepito aumento dei furti. Questa stato d’animo è contrario ai dati, secondo i quali nel 2014 ci sarebbe stata una riduzione dei crimini del 10%, di cui il 4% di furti. Certo è difficile credere ciecamente alle statistiche, ma analizzandole si comprende come ciò possa essere dovuto al fatto che “i furti continuano ad essere il reato prevalente sugli altri e avvengono con modalità più efferate che in passato. Tuttavia un omicidio – parla di Sartininon può essere preso come un esempio di carattere generale. Per i furti, inoltre, il concetto di prevenzione è aiutato da quello di repressione. Un furto non è mai uno solo. Se si scova una banda si reprimono 10 furti precedenti e finché i malviventi scontano la pena si prevengono 10 furti successivi”.

L’idea di fondo di Cannizzaro è che “il crimine esisterà sempre. Non lo debelleremo mai, ma bisogna fare di tutto per contenerlo”. Altri macrotemi trattati giovedì mattina sono la criminalità organizzata e i migranti. Su entrambi i fronti non vede particolari problemi, ma mette avanti le mani, difendendosi con un “Non mi piace arrivare digiuno, ho letto qualcosa, ma non so ancora tutto, sono arrivato ieri (7 gennaio ndr), sono Cannizzaro, non Mandrake”.

Sul primo punto non vede particolari allarmi ma pone un concetto base: “Se abbiamo una terra che ha problemi di questo tipo, bisogna debellarli. Se in questa terra questo tipo di problemi non sussiste, dobbiamo fare di tutto per difenderla”.

Sul discorso migranti e ghettizzazione si rivela stupito dall’alta percentuale di extracomunitari presenti nella provincia (10% in media e 14% nel Capoluogo), ma anche sorpreso dal fatto che ci sia inclusione e distribuzione pacifica, ordinata ed attiva: “Nonostante gli effetti della crisi si facciano sentire per tutti e possano causare dissapori tra gli abitanti e chi viene da fuori, qui non sembrano esserci situazioni particolari. Non mi è ancora stato riferito da nessuno di alcuna situazione di malessere. Devo dire che, stando a ciò che ho letto, i colleghi che mi hanno preceduto hanno organizzato ottimi livelli di accoglienza. Inoltre il livello di attenzione verso i migranti che arrivano sulle coste italiane è stato notevolmente aumentato negli ultimi mesi. È evidente che tutto può sempre essere migliorato, ma su questo fronte è garantita una certa serenità”.

Il Prefetto conclude affermando che ama lavorare “con la porta aperta” e rendendosi così disponibile a una cooperazione tra amministrazione e informazione.



Questo è un articolo pubblicato il 08-01-2015 alle 17:03 sul giornale del 09 gennaio 2015 - 1640 letture