Nuove chance per l'ex Istituto Stracca e l'ex cinema Enel ad Ancona

Si tratta con cauto ottimismo per i piani di recupero dell’ex istituto ragioneria e dell’ex cinema. Fermo da anni il cantiere del primo, mai partiti i lavori per il secondo. Le proprietà cercano nuovi partner e finanziamenti bancari. Obiettivo: riconversione ad uso soprattutto residenziale, previsti anche uffici e negozi.
Di nuovo sul mercato immobiliare, con fondate speranze di abbandonare l’avvilente stato di ruderi in cui versano da anni, l’ex sede dell’Istituto Ragioneria Stracca e l’ex Cinema Enel. L’obiettivo resta lo stesso, quello di riconvertire questi due grandi immobili del centro di Ancona in edifici nuovi di zecca ad uso misto: residenziale, uffici e negozi. La notizia è emersa dopo che la società proprietaria dell’ex scuola, sollecitata dalla polizia municipale – a sua volta attivata proprio da un articolo di vivereancona – ha provveduto a sigillarne uno dei due ingressi, quello che dà su largo Donatori di sangue, in modo di impedire l’accesso a balordi e senza fissa dimora. Un fenomeno, quello dell’uso improprio (per bivacchi ed estemporanei dormitori) dello stabile abbandonato a se stesso che nel recente passato ha riguardato spesso anche l’ex Enel di via San Martino, molto frequentato da immigrati.
Cautamente ottimista l’ingegnere anconetano Vladimiro Muti, che a partire dal 2009 aveva lavorato ai piani di recupero di entrambe le strutture. Che tuttavia, per vari e diversi motivi, si erano fermati nel 2012, poco tempo dopo l’approvazione definitiva (febbraio di quell’anno) ricevuta dall’ufficio Urbanistica del Comune. Per quanto riguarda l’ex Ragioneria, che si affaccia su via Montebello, il cantiere della società G&G – costituita da quattro imprenditori della provincia di Macerata, appositamente per partecipare e vincere l’asta di acquisto dell’immobile dalla Camera di Commercio – si era attivato per una serie di scavi e alcuni abbattimenti preliminari che, come previsto dalla Soprintendenza ai Beni archeologici delle Marche, avevano confermato la presenza nel sottosuolo di due antichissime vasche in cotto per la tinteggiatura di epoca picena, e quindi sottoposte a vincolo. Ma la tutela archeologica non c’entra con il successivo stop dei lavori. Causato dal contestuale fallimento dell’impresa edile capofila della G&G. Da qui la grave difficoltà operativa in cui si sono trovati gli altri tre componenti del pool. Le aziende di Enrico Papa, Graziano Ferretti e Ivano Rustichelli – archiviata la formula G&G – hanno fondato una nuova società per riattivarsi o per passare la mano.
“Da un anno sono in corso trattative con due gruppi d’industria edile, uno di Pescara e uno di Roma – ha reso noto l’ing. Muti – Certo, la grave crisi del settore è quella che è, ma siamo impegnati su due binari: trovare un quarto socio con nuovi fondi per riprendere i lavori; oppure vendere l’ex Istituto”.
Prospettive? “Si basano anche e soprattutto sul coinvolgimento finanziario di istituti di credito”. Lo stesso scenario, più o meno, che si profila per l’ex cinema Enel. La cui proprietà è passata di mano già due volte. Acquisito in prima battuta dalla immobiliare Real Estate srl di Ancona, è da un pezzo passato ad un’altra immobiliare, la Verde di Fano. Anche in questo caso l’edificio è rimasto il fantasma di se stesso (mai partiti i lavori di ristrutturazione) a causa della crisi del settore e soprattutto, spiega Muti, “perché la banca coinvolta aveva ridotto l’erogazione dei prestiti”. Muti, che con i titolari della Verde si sta occupando anche di questa operazione, confida nella Caricesena: “Stiamo trattando in base ad un piano economico che ci consentirebbe di attuare i lavori a stralci, e per agevolare l’ok della banca stiamo per avviare una campagna per contratti preliminari di vendita (prenotazioni, ndr.) di alcuni dei 35 appartamenti da realizzare. Abitazioni che, in base ad un progetto ancora non definitivo, dovrebbero occupare i piani superiori del palazzone di via San Martino, mentre quello terra dovrebbe essere destinato ad esercizi commerciali, senza escludere l’ipotesi di uffici”. Definitivo invece, sebbene abbia subito qualche ritocco nel tempo, il piano di recupero-riconversione stilato dall’ing. Muti per l’ex scuola Stracca. Ecco cosa prevede: solo uso uffici nel piano terra ampio 900 mq, di cui 150 mq da cedere gratis al Comune per servizi pubblici; dal primo al quinto piano dovrebbero essere ricavati 43 appartamenti di varie metrature; infine tre piani “underground” trasformati in parcheggio per circa 70 posti auto (con rampe interne per il flusso dei veicoli) ad uso di chi risiederà o lavorerà nel nuovo edificio.
“Per l’ex Stracca abbiamo confermato la collocazione sul tetto di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica e di pannelli solari per l’acqua calda. – aggiunge Muti - All’avanguardia la soluzione prevista per la stabilità strutturale, cioè l’installazione di isolatori sismici basamentali, tali da rendere elastico tutto il palazzo”.
Nel 2009 la G&G aveva versato 5,2 milioni di euro alla Camera di Commercio per acquistare lo Stracca dalla Camera di Commercio. E aveva preventivato un cantiere da 12 milioni di euro. Ora, per una eventuale vendita dell’immobile al gruppo romano o a quello pescarese, Muti e i tre imprenditori della nuova società cercheranno di non scendere sotto i 5 milioni.
Questo è un articolo pubblicato il 08-01-2015 alle 11:56 sul giornale del 09 gennaio 2015 - 4987 letture
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