Lodolini propone nuovo sistema di tracciabilità dei prodotti tramite smartphone

Tracciabilità dei prodotti mediante un’etichetta da leggere via smartphone che potrà dirci come è stato realizzato un determinato capo, dove è stato preso il tessuto, dove è stato cucito, chi l’ha confezionato, dove è stato creato il prodotto.
Non sarà di immediata consultazione, ma il possedere quell’etichetta di nuova generazione sarà comunque un segno, un marchio, la dimostrazione che ci troviamo davanti a un articolo autentico, non contraffatto per il quale è stata tracciata tutta la filiera e non c’è nulla da nascondere. È la legge per migliorare la tracciabilità dei prodotti di cui il deputato anconetano Pd Lodolini è tra i cofirmatari (prima firma Angelo Senaldi, Pd). In essa c'è la volontà di fornire uno strumento ai consumatori per identificare il prodotto di origine italiana e ostacolare i sistemi di contraffazione.
Certo «non si tratta di un bollino di “made in Italy”» precisa la stesso parlamentare, «ma il percorso iniziato nel 2013 che ha comportato un attento esame per verificare la compatibilità del testo con le norme europee, compie un passo in avanti». Proprio lo scoglio Unione europea, ricorda Lodolini «in passato si è rivelato fatale per altre leggi sulla stessa materia, ma in questo caso è stato superato». Se, insomma, non si può puntare dritti al made in Italy tout court che almeno si possa sapere come e dove è stato fatto un prodotto. Se ne migliori la tracciabilità «per dare agli imprenditori, e in particolare a quelli del made in Italy di ogni settore, dall’agroalimentare alla meccanica, dalla cosmesi all’abbigliamento, un nuovo strumento per proteggere e certificare la creatività, la qualità e l’affidabilità che caratterizzano le nostre produzioni, con ciò che ne consegue per l’occupazione», annota il parlamentare anconetano.
Non a caso la legge prevede anche l’erogazione di contributi per le aziende, in particolar modo micro, piccole e medie imprese che su base volontaria si dotino dei nuovi strumenti. I contributi sono concessi fino a una quota pari a 20 milioni di euro. «È una sorta di promozione della tracciabilità, la cui importanza nel rapporto con i clienti/consumatori diventa paragonabile a quella dell’ammodernamento dei macchinari, dell’aggiornamento degli impianti o dell’implementazione di hardware e software nell’ambito della produzione", spiega Lodolini.
Il progetto nasce da due constatazioni. "La prima relativa alla crescita della contraffazione, sia a livello nazionale (con perdita negli ultimi anni di 80mila posti di lavoro e di cinque miliardi, dati Uami) sia territoriale" rimarca il deputato. La seconda osservazione «riguarda le crescenti possibilità di contrasto offerte dalla tecnologia. In particolare la diffusione dei terminali telefonici di ultima generazione rende vantaggiosa una sempre più capillare diffusione di codici, etichette e chip leggibili con smartphone».
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 30-03-2016 alle 16:20 sul giornale del 31 marzo 2016 - 1200 letture
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