Aeroporto delle Marche, Lodolini per velocizzare l'integrazione con l'Interporto

L’aeroporto rappresenta un’infrastruttura centrale per rilanciare lo sviluppo della nostra regione e, a mio avviso, grazie ad una vera integrazione con l’Interporto, può diventare davvero un asse strategico con ulteriori potenzialità del trasporto merci per via aerea.
I Paesi in via di sviluppo, India e Cina in primis, hanno da tempo basato i programmi di sviluppo sulla crescita dei sistemi infrastrutturali, cioè sulla capacità di raggiungere i mercati di consumo. Questa capacità si chiama "logistica" ed è il driver di competitività maggiore nell'economia globale. Le Marche non sfuggono a questa regola: i nostri prodotti, le nostre eccellenze, vinceranno la sfida competitiva se saranno in grado di raggiungere al minimo costo i mercati. Il termine "prodotto", nel mondo globale, rimanda a quello di competizione; quest'ultimo, a sua volta a quello di efficienza, ovvero di minimo costo... Abbiamo lavorato alacremente per essere inseriti nelle reti del trasporto europeo: occorre utilizzare la posizione dominante potenzialmente acquisita e proporci a quei Paesi che cercano opportunità logistiche per i loro prodotti. Ad esempio il Vietnam, ma non solo. La nostra regione può trasformarsi in un hub logistico-industriale capace di assecondare le nuove logiche globali . Abbiamo infrastrutture ed un sistema manifatturiero d'eccellenza fortemente compettivo.
È di questi giorni la notizia che Amazon, primo player e-commerce del mondo, farà a Rieti un hub logistico. È di questi giorni la notizia che l'areoporto di Parma ha presentato il nuovo piano industriale basato sul cargo aereo. Le Marche devono accelerare. L'economia dei servizi è alla nostra portata, ma occorre volontà, quella "politica" anzitutto, per cogliere nuove opportunità e rilanciare il nostro territorio nel segno dell'innovazione. I tempi ci sono. Occorre dunque ragionare oggi attorno ad un piano di sviluppo di medio e lungo periodo dell’aeroporto che, a mio avviso, deve partire da una maggiore integrazione tra Aerdorica e Interporto Marche anche attraverso un unico management, un unico azionista di riferimento. Questa integrazione rafforzerebbe di gran lunga la capacità di attrarre merci anche al di fuori della regione, offrirebbe un ventaglio completo dei servizi di intermodalità al territorio, porterebbe ad unificare i processi di pianificazione strategica ed operativa per integrare al meglio i servizi. Un percorso non semplice, certamente, che dovrà basarsi su un rapporto trasparente e di coinvolgimento dei lavoratori sui quali non è più possibile continuare a far ricadere errori e responsabilità delle gestioni del passato. Il ricorso all'ammortizzatore sociale è inapplicabile sopratutto nella stagione estiva che va da aprile ad ottobre perchè non sarebbe possibile coprire i servizi. L'aeroporto delle Marche e l'Interporto di Jesi ci porrebbero all'avanguardia a livello internazionale in un'ottica che richiede la concentrazione delle attività logistiche in poli forti ed efficienti.
È necessario uno scatto di reni, integrando servizi, amministrazione e tutto quello che è possibile. Solo così secondo me si può salvare l'aeroporto delle Marche, creando sviluppo ed opportunità per il territorio. Anche con il porto, considerata la positiva evoluzione e il rafforzamento dell'Autorità portuale, è assolutamente indispensabile aprire una prospettiva commerciale di integrazione dei servizi ed una collaborazione su eventuali prospettive occupazionali integrate. Per far presto e bene bisogna dare una governace capace in grado di sviluppare una politica di risanamento e sviluppo, senza chiedere nuovi sacrifici ai lavoratori.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 11-04-2016 alle 08:27 sul giornale del 12 aprile 2016 - 1750 letture
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