Finge di ospitare un marocchino per fargli ottenere il permesso di soggiorno. Denunciato per falsità ideologica

La prassi, ormai consolidata, è quella di crearsi un domicilio fittizio, tale da consentire all’immigrato di ottenere il rilascio del permesso di soggiorno in tempi più rapidi, rispetto a coloro che non hanno una fissa dimora
Nella giornata di ieri, la Polizia di Stato ha deferito alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona un cittadino di origini tunisine, accusato di aver commesso il reato di falsità ideologica riguardante l'ospitalità a favore di un cittadino egiziano. L'obiettivo di questa pratica, ormai consolidata, è quello di agevolare l'ottenimento rapido di permessi di soggiorno attraverso la creazione di domicili fittizi.
L'indagine condotta dagli operatori della Questura di Ancona ha rivelato un intricato schema di falsificazione documentale finalizzato ad accelerare il processo di richiesta di protezione internazionale e conseguente rilascio del permesso di soggiorno. L'indagato, un 35enne tunisino, aveva presentato una dichiarazione di ospitalità a nome di un cittadino egiziano, affermando che quest'ultimo risiedeva presso la sua abitazione. Tuttavia, gli investigatori hanno scoperto che questa dichiarazione era falsa, poiché il cittadino egiziano non abitava effettivamente nell'indirizzo dichiarato.
La prassi di creare domicili fittizi al fine di ottenere permessi di soggiorno in tempi più rapidi è divenuta un fenomeno diffuso in diverse parti d'Italia. I migranti che ricorrono a questa pratica cercano di sfruttare una presunta precedenza nell'analisi delle richieste da parte delle autorità competenti. Questo schema, sebbene illegale e in violazione delle normative italiane sull'immigrazione, rappresenta un tentativo di superare la burocrazia e ottenere un permesso di soggiorno in tempi più brevi.
Le autorità competenti stanno affrontando questa problematica con determinazione. Nel caso specifico di Ancona, l'indagato è stato deferito alla Procura della Repubblica per il reato di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, che prevede una pena massima di due anni di reclusione.
Questo è un articolo pubblicato il 27-08-2023 alle 13:35 sul giornale del 28 agosto 2023 - 194 letture
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