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Tragedia alla stazione, i medici salvano il braccio del piccolo Iban

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Sta meglio il piccolo Iban, il bimbo di tredici mesi miracolosamente scampato al suicidio della madre, Lilya Mosammat Akter, 23 anni, originaria del Bangladesh, che giovedì 10 aprile si era gettata sotto un treno alla stazione di Senigallia stringendo il figlio tra le braccia.

La giovane era morta sul colpo mentre il piccolo Iban era stato ferito gravemente all\'arto superiore destro, tanto da far temere addirittura per l\'amputazione. L\'equipe di chirurgia plastica dell\'ospedale di Torrette ha compiuto però un vero miracolo. Subito dopo l\'incidente, il piccolo era stato trasportato in eliambulanza all\'ospedale anconetano dove nel pomeriggio stesso era stato sottoposto ad un primo intervento. Dal reparto di terapia intensiva, Iban era stato trasferito all\'ospedale pediatrico Salesi di Ancona, vegliato costantemente dal padre, Ilyas, un operaio di 33 anni, ancora sotto shock per la morte della moglie.


Il piccolo era arrivato in ospedale con il braccio destro praticamente a brandelli e con i tessuti muscolari lacerati. Nei giorni scorsi il piccolo è stato sottoposto ad un secondo intervento chirurgico per la ricostruzione della mano e dell\'avambraccio destro. Prelevando una parte del muscolo della schiena, l\'equipe di chirurgia plastica di Torrette diretta dal dottor Aldo Bertana insieme ai medici Michele Riccio, responsabile dell\'unità operativa, Andrea Campodonico, Pier Paolo Pancrazi e supportati dagli ortopedici del Salesi, è riuscita a compiere il miracolo. Al piccolo Iban è stata ricostruita sia la mano che l\'avambraccio, scongiurando quindi il rischio dell\'amputazione. Un intervento che per la prima volta in Italia è stato eseguito su un paziente così piccolo. Se l\'operazione si è conclusa con successo, per sapere se Iban acquisterà la piena funzionalità dell\'arto bisognerà invece aspettare i normali tempi di recupero.


Sempre all\'ospedale di Torrette, ieri pomeriggio si è svolta la piccola cerimonia di preghiera attorno al feretro di Lilya, così come disposto dal marito in accordo con la comunità del Bangladesh di Senigallia. Oggi poi il feretro partirà alla volta di Roma. A bordo di un aereo di linea, la salma della giovane sarà riportata quindi nel suo paese natale, il Bangladesh. Una tragedia che ha profondamente scosso la comunità bengalese e tutta la città di Senigallia. Un gesto estremo e disperato quello compiuto dalla donna che pare avesse iniziato a soffrire di depressione dopo il parto. Lylia aveva raggiunto il marito, a Ripe, nel 2006 mentre Ilyas era arrivato nel 2001 quando aveva trovato lavoro come operaio presso una ditta di plastica di Corinaldo.



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Questo è un articolo pubblicato il 19-04-2008 alle 01:01 sul giornale del 19 aprile 2008 - 1456 letture