Si torna sui banchi, rischio di classi con 33 studenti

Si va verso l\'inizio di un anno scolastico all\'insegna dell\'incertezza e delle preoccupazioni. Già a settembre, a livello nazionale, spariranno migliaia di classi e di cattedre per i supplenti, mentre potranno aumentare fino a 33 gli alunni per classe negli istituti superiori.
Sono solo alcuni dei primi effetti delle novità introdotte dal decreto legge Tremonti, già definitivamente convertito dal Parlamento. Nel campo della pubblica istruzione, tale decreto contiene previsioni relative al triennio 2009-2011 pari a un taglio del 17% rispetto alla dotazione organica dell\'anno scolastico 2007-2008, complessivamente circa 110 mila posti in meno, di cui 67 mila insegnanti e 47 mila del personale Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari). Non è difficile comprendere la fibrillazione che, a poche settimane dall\'inizio del nuovo anno scolastico, attraversa il mondo dell\'istruzione dovuto, in primo luogo, al disagio creato dalla mancanza della benché minima informazione sulle modalità dei suddetti tagli. Già in sé preoccupante, la situazione è resa ancora più allarmante dal consistente incremento della popolazione studentesca.
Una crescita che costituisce la tendenza di questi ultimi anni e che si prevede confermata nell\'immediato futuro. Solo nella nostra provincia di Ancona i dati, peraltro non definitivi, relativi agli istituti superiori ci dicono che supereremo i 22 mila alunni, con un incremento di oltre mille studenti rispetto all\'anno scolastico appena concluso.A fronte di questa realtà, alla quale vanno aggiunte le problematiche dell\'integrazione dei sempre più numerosi studenti di origine straniera, in base alle ultime circolari sarà possibile elevare da 28 a 31 il numero di alunni per classe. E la nota ministeriale dello scorso giugno prevede che i presidi delle superiori, quando agli inizi di settembre si conteranno promossi e bocciati, \"dovranno tenere in conto la possibilità di non procedere a sdoppiamenti in presenza di un limitato numero di alunni (una o due unità) eccedenti i parametri previsti\". Il risultato sarà quello di avere classi anche con 33 alunni, con conseguenze facilmente prevedibili destinate a creare serie difficoltà all\'intero sistema pubblico scolastico. Infatti, se è assolutamente evidente che i tagli delle risorse e degli organici servono a fare cassa, altrettanto chiaro risulta l\'inevitabile peggioramento delle condizioni di studio e della qualità della didattica, considerando che tutti gli standard ottimali prevedono 25 alunni per classe. Tutto questo, si badi beni, quando il bisogno di maggior investimento in formazione, ai fini della crescita del sistema Paese, è evocato praticamente da tutti.
È auspicabile che le decisioni fino a oggi maturate vengano ripensate dai ministeri competenti, anche se il decisionismo dell\'attuale governo non lascia grandi spiragli. Purtroppo, al di là delle dichiarazioni di principio e delle interviste rilasciate sotto i riflettori delle telecamere, la qualità e il rilancio della scuola pubblica non sembrano essere in testa alla lista delle priorità della maggioranza di governo. Ogni paese dovrebbe considerare il proprio sistema scolastico e formativo come fonte primaria del proprio sviluppo civile, sociale ed economico. Va da sé, dunque, che le risorse destinate alla scuola vadano interpretate e vissute come un investimento e non come un costo o peggio come uno spreco di denaro pubblico. Questo è quanto da tempo la Provincia di Ancona sostiene concretamente e che, nel pur difficile quadro contingente, continueremo a fare per garantire le migliori condizioni di studio.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 28-08-2008 alle 01:01 sul giornale del 28 agosto 2008 - 1287 letture