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Lodolini: \'la scuola è una priorità per lo sviluppo\'

Emanuele Lodolini 4' di lettura Ancona 11/09/2008 - \"Ci sono aree sulle quali è necessario operare tagli. Ma non è certo quello della scuola il settore in cui portare la spesa pubblica al di sotto della media europea. Il futuro dell’Italia si gioca su formazione, scuola, ricerca e università\". Con queste le parole il Segretario nazionale Walter Veltroni ha criticato, nei giorni scorsi, i tagli operati dal governo nel settore della pubblica istruzione.

Mentre nelle scorse settimane si orientava l\'attenzione pubblica sui “diversivi” grembiulino e voto in condotta, le vere scelte sulla scuola sono state compiute dal Ministro dell\'Economia Tremonti, attraverso il DL 112/08, una vera e propria manovra finanziaria triennale/quinquennale, fatta per decreto-legge, senza alcuna possibilità di discussione e di modifiche in Parlamento. L\'art.64 di questo decreto, poi convertito in legge, contiene una pesantissima manovra che andrà ad impoverire il sistema pubblico di istruzione: 7 miliardi e 800 milioni di euro di tagli in tre anni, 87mila insegnanti in meno, 42mila di personale Ata. In alcuni comuni di montagna, chiuderanno quelle scuole che, in mancanza di altro, costituiscono l\'unico punto di aggregazione sociale. In tutto, saranno più di quattromila le scuole che scompariranno per effetto dei tagli. E ancora, la riduzione del numero degli insegnanti di sostegno, all’interno del taglio del corpo insegnanti.



La scuola passa, dunque, da settore strategico a solo capitolo di spesa. Il Ministro Gelmini cerca di lanciare messaggi rassicuranti all\'opinione pubblica su un ritorno alla scuola del decoro, del rigore e dell\'ordine, ma la verità è che dietro le sue proposte non c\'è alcun progetto per la scuola del futuro ma solo il modo per ottemperare ai tagli richiesti da Tremonti. Sarebbe stato auspicabile un inizio diverso dell’anno scolastico. Purtroppo non sarà così, con buona pace dei milioni di studenti che faranno rientro in aula. Inoltre, con il decreto legge 137 in vigore da qualche giorno, il modello di scuola che la maggioranza delle famiglie scelgono da anni per i loro figli è messo in discussione. Infatti con l’introduzione del maestro unico e la riduzione di sei ore dell\'orario scolastico, il tempo pieno rischia di fatto di essere abolito. Non si comprende perché si sia deciso di modificare il modello organizzativo della scuola primaria italiana procedendo con una decreto d’urgenza senza alcuna discussione e confronto con il mondo della scuola, con le famiglie, con i sindacati e con le forze d’opposizione. Il maestro unico non è un romantico ritorno al passato. Significa una settimana di 24 ore, senza pomeriggi, senza attività integrative e con i bambini a casa. In breve, un duro attacco alla scuola primaria italiana, una scuola di altissimo livello. L\'introduzione del maestro unico non risponde sicuramente alla complessità della nostra società dove gli stimoli educativi che arrivano dalle nuove tecnologie, dai nuovi media e dalla globalizzazione hanno modificato il grado di maturità ma anche gli interessi e le esigenze delle nuove generazioni. I Maestri sono figure professionali straordinarie ma, nel 2008, è difficile avere competenze adeguate per insegnare una molteplicità di discipline che va dall’Italiano alla Matematica, alla Storia, alla Geografia. Peraltro il decreto del Governo non riferisce la scelta del Maestro unico a esigenze pedagogiche e didattiche ma alla necessità di operare i tagli previsti dal decreto finanziario.



Il superamento del maestro unico, tra l’altro, ha visto anni di discussioni, approfondimenti e lunghi anni di sperimentazione prima di diventare legge dello Stato. In provincia di Ancona in cui il tempo pieno, anche per una forte partecipazione femminile al mercato del lavoro, ha una lunga e consolidata tradizione, le scelte del Governo incideranno profondamente nella vita delle famiglie e metteranno seriamente a rischio gli elementi di qualità e di inclusione delle scuole nella nostra Regione. Il Partito Democratico non ritiene che la scuola debba essere considerata una riserva per il bilancio dello Stato dove tagliare le risorse in modo indiscriminato per far quadrare i conti. La scuola è per noi una priorità per lo sviluppo e la crescita del nostro paese, per la democrazia e la libertà delle persone, per promuovere coesione sociale, una nuova mobilità sociale e le condizioni per le pari opportunità. Noi pensiamo ad una scuola di qualità in cui tutti possono dispiegare le diverse intelligenze e le diverse abilità.



Luogo fondamentale di educazione alla cittadinanza e di formazione, di apprendimenti di saperi e di conoscenza, di acquisizione di competenze. Luogo di dialogo, di integrazione di culture e di lingue diverse, di accoglienza e di inclusione, di solidarietà e di coesione sociale in sinergia con le risorse del territorio. Una scuola che sappia valorizzare il merito e i talenti ma non lasci indietro nessuno. E’ per questo che abbiamo indetto per il 26, 27 e 29 settembre lo scuola day.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 11-09-2008 alle 01:01 sul giornale del 11 settembre 2008 - 1229 letture

In questo articolo si parla di emanuele lodolini, falconara, politica, pd





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