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\'AltreMarche\', per difendere il territorio

paesaggio appennino 4' di lettura Ancona 25/09/2008 - Presentato ad Ancona, presso la Casa delle Culture, il Cantiere “AltreMarche”.

Associazioni, comitati, imprenditori agricoli e cittadini, si sono messi in rete per salvare il nostro patrimonio naturale e proporre un’alternativa che è già sotto i nostri occhi. Ci sono comitati locali, gruppi ambientalisti, imprenditori agricoli, singoli cittadini e anche qualche amministratore. Hanno deciso di mettersi insieme per difendere il territorio dai numerosi progetti distruttivi e, soprattutto, dimostrare che nella regione ci sono esempi di un modello sociale ed economico diverso, virtuoso, basato sulla qualità e non sul dogma della crescita e del Pil.


E’ questo il progetto del Cantiere “AltreMarche” (www.altremarche.it) che è stato presentato ad Ancona presso la Casa delle Culture. “E’ un‘aggregazione – ha sottolineato Carlo Brunelli architetto, ambientalista doc e uno dei rappresentanti più autorevoli dei comitati falconaresi – che si basa sui contenuti non sulle appartenenze. Non ci interessa cosa votano i cittadini, ma se sono in sintonia rispetto alle nostre proposte”. E queste proposte sono state elaborate in un “Carta dei diritti del territorio” che è alla base dell’impegno del Cantiere. La Carta è stata presentata a partire da marzo in diverse località delle Marche: Fabriano, Offida, Monterubbiano, Fano, Cagli, Falconara, Monte San Vito.



Le assemblee – sottolinea Sergio Sinigaglia tra i promotori del Cantiere – hanno visto ovunque una grande partecipazione e un interesse per un documento che va al cuore dei problemi”. Presupposto del cantiere è la crisi del modello marchigiano, ormai sotto gli occhi di tutti. “Da questo terremoto – sostengono i cantieristi – se ne può uscire in due modi: ostinandosi a riproporre un modello insostenibile dal punti di vista ambientale (e sociale) oppure puntando su un’economia virtuosa, basata sulla qualità e non sulla quantità”. La Carta dei diritti del territorio è il presupposto per favorire la seconda opzione. “Il territorio – ha dichiarato Brunelli - è ormai visto come un mucca da mungere. Da decenni è ormai aggredito con politiche invasive tendenti alla sua omologazione. Va invece rilanciato il concetto del territorio come bene comune e recuperata una visione unitaria di esso”.



Le Marche, è stato sottolineato nella conferenza stampa, sono sottoposte da tempo a progetti che ne stanno minando l’equilibrio ambientale: dalla Quadrilatero, alle numerose varanti urbanistiche, fino ai progetti di centrali elettriche, a biomasse, rigassificatori. Così facendo si distrugge un patrimonio che ha fatto della nostra regione una delle località più belle nel panorama nazionale e anche europeo. Per quelli di AltreMarche i comitati, che ormai sono attivi in molte parti del nostro territorio, sono la punta di un iceberg. I cittadini sono sempre più consapevoli che queste scelte pregiudicano un patrimonio naturale unico. Il loro no è un sì all’ambiente, alla salute e alla qualità della vita. Ma quali sarebbero le “AltreMarche” a cui si fa riferimento? Dice Silvia Pierosara, in rappresentanza dell’Associazione ambientalista “Ode” di Fabriano: “Nella nostra regione ormai sono molte le aziende agricole, magari di piccole dimensioni, che però puntano sul biologico, come sulla filiera corta. E’ importante che l’agricoltura di qualità torni ad essere uno degli assi portanti della nostra economia, incentivando anche l’autoconsumo e l’autoproduzione”.



In questo senso interessante è stata la testimonianza di Paolo Beretta, milanese, che da alcuni anni ha avviato un’azienda agricola nel piceno che produce un buon vino e ha aperto anche un agriturismo: “Nella nostra zona sono arrivati parecchi cittadini tedeschi che incantati dal paesaggio hanno avviato un’attività simile alla mia. Ma ora devono fare i conti con progetti infrastrutturali che mettono a rischio il territorio e quindi si chiedono allarmati che fine farà la loro scelta incentrata anche su certi valori. Di questi temi stanno cercando di interessare la stampa tedesca per denunciare quanto si sta delineando”.



Quindi il Cantiere “Altremarche” vuole favorire il contatto fra tutte queste realtà e già diversi comitati e associazioni hanno dato la loro adesione al progetto o hanno dimostrato interesse verso il percorso iniziato. Tra questi i Comitati di Falconara, della Val D’Aso, delle Mezzana (AP), di Osimo, di Jesi, Lupus in fabula, la Res (rete di economia solidale). Ma tra coloro che hanno deciso di spendersi nel cantiere anche qualche amministratore: Michele Altomeni e Massimo Binci consiglieri regionali, Francesco Armezzani e Loris Calcina consiglieri comunali. Dice Altomeni: “A noi amministratori il Cantiere ha posto come pregiudiziale per l’adesione la coerenza tra i contenuti della Carta dei diritti del territorio e la nostra azione amministrativa. Insomma di metter in secondo piano la fedeltà al partito o alla coalizione governativa. E per quanto mi riguarda non ho avuto dubbi nel condividere questa impostazione”.


   

da Cantiere “AltreMarche”




Questo è un comunicato stampa pubblicato il 25-09-2008 alle 01:01 sul giornale del 25 settembre 2008 - 1291 letture

In questo articolo si parla di attualità, Cantiere “AltreMarche”





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