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comunicato stampa
Erap: aumento sì, ma necessari se si voglio mantenere le case

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Con l\'approvazione del Regolamento sui criteri di calcolo dei canoni, si è concluso in Consiglio Regionale l\'iter che rende operativa la legge del 2005 che regola l\'edilizia residenziale pubblica.

Gli aumenti decisi variano, a seconda della provincie, da un minimo di 12.5% ad un massimo del 19 e verranno calcolati sulla base del rapporto tra qualità dell\'immobile e il reddito degli assegnatari, calcolato sui valori Isee, lo strumento che calcola la condizione economica del nucleo familiare.


\"E\' un passo fondamentale - ha dichiarato Ezio Capitani, presidente dell\'Erap di Ancona nonché coordinatore regionale degli Enti regionali per l\'abitazione pubblica - se si vuole continuare a mantenere il patrimonio immobiliare. Voglio esprimere tutta la soddisfazione, anche a nome degli altri presidenti, per la sollecita approvazione di questo importante provvedimento a pochi giorni dall\'audizione organizzata dalla Commissione consiliare della Regione. Il provvedimento infatti recepisce le indicazioni emerse, e congiuntamente presentata alla Regione, da parte degli Erap e delle associazioni sindacali degli inquilini. Abbiamo raggiunto un buon equilibrio tra l\'aumento dei canoni e un\'equa ripartizione rispetto alle fasce di reddito\".


Rispetto ai tre comparti in cui è suddiviso il regolamento tariffario la variazione fondamentale sta nel canone minimo della fascia A, quella cosiddetta sociale, che passa da 15,49 euro al mese a 30. In provincia di Ancona riguarderà gli occupanti di 2330 alloggi su 5383 totali. \"E\' un affitto fermo da 11 anni, quando l\'onere mensile era di 30.000 lire\" spiega il direttore generale dell\'Erap, Pierluigi Ascoli \"Ciò determina un aumento del 93,67% che sicuramente salta all\'occhio, anche se occorre tener presente quale era la base di partenza. L\'adeguamento permetterà di migliorare la gestione della manutenzione ordinaria degli immobili\". Alla fascia A appartengono tutti coloro che hanno redditi con valore Isee non superiori ad una volta e mezzo l\'importo dell\'assegno sociale Inps, derivanti da: lavoro dipendente, occasionale, pensione, cassaintegrità, indennità da mobilità o di disoccupazione, sussidi e assegni di mantenimento dal coniuge. Da questa categoria sono esclusi tutti i lavoratori autonomi. \"Ora il calcolo è effettuato sui nuclei familiari - ha detto ancora Ascoli - quindi verranno favorite le famiglie più numerose, senza dimenticare che ci vive da solo avrà una riduzione del 20%\".


Altro significativo cambiamento riguarda la fascia C, quella dei cosiddetti affittuari in decadenza. Oltre ai nuovi coefficienti di calcolo, dal 1 gennaio 2008, qualora per due anni consecutivi gli assegnatari superino i valori massimi Isee, decadrà il contratto di locazione. In sostanza, chi ormai ha reali possibilità economiche, dovrà lasciare la propria abitazione a favore di chi ne ha maggior bisogno. In sostanza un cambiamento che permetterà di mantenere il patrimonio immobiliare pubblico in maniera adeguata, con tutte le garanzie possibili per chi ne ha necessità. La dimostrazione di un lavoro di equipe, durato più di un anno, tra tutti i soggetti in campo: la Regione, gli Erap, i Sindacati e l\'Anci.



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