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comunicato stampa
Falconara: quella sottilissima Corda D\'Argento
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Sabato 25 ottobre, alle ore 18.15, presso la sede dell’associazione
culturale l’Orecchio di Van Gogh in via leopardi 21/b a falconara
marittima Gian Paolo Grattarola presenta i libri di Isabella Cinti Di
Paolo e Tommaso Di Paolo Canto a due voci e Finito ed infinito.
Isabella Cinti Di Paolo, classe 1940, è un’ex insegnante che vive attualmente in una casa ubicata nello scenario incantevole e rasserenante del parco naturale del Conero. Ammorbata da una grave malattia ha trovato qui conforto e sostegno tra la natura generosa e benefica. Vanta al suo attivo alcuni libri di poesia ispirati a tematiche religiose e naturalistiche. Nel 2003, dopo aver scoperto casualmente che anche il figlio architetto coltivava in segreto la sua stessa passione, decide di dare vita ad un’iniziativa molto originale. Si tratta di due libri in cui da un verso si accede ad una sua raccolta di poesie, e da quello opposto nella silloge del figlio Tommaso. Mentre Isabella trasfonde la sua spiritualità nella tessitura armonica del verso, liberando una poetica tutta pervasa dal dilagante senso dell’infinito, Tommaso sente crescere la volontà di imprigionare colori, profumi, impressioni e li trasfigura in inchiostro vergato sulla carta. Recepisce immagini e sensazioni come un pegno di sublimazione, una suggestiva frazione di eternità che impone alla memoria di restituirla.
I versi di entrambi non cercano l’affetto poiché sono nati e cresciuti con esso; ma recano al contrario l’inappagata ricerca di un desiderio comune di trascendere il mondo, esprimendo un nucleo di valori affini. Per questo motivo le loro liriche realizzano un’opera che guarda contemporaneamente a due mondi che finiscono per specchiarsi inevitabilmente l’uno sull’altro. C’è un tepore familiare in questi libri, una sottilissima corda d’argento che lega il destino di entrambi, un meraviglioso rapporto d’amore che l’arte magica della parola rafforza e tiene in vita, costituendo per tutti noi un forte antidito alla sopravvivenza.
I versi di entrambi non cercano l’affetto poiché sono nati e cresciuti con esso; ma recano al contrario l’inappagata ricerca di un desiderio comune di trascendere il mondo, esprimendo un nucleo di valori affini. Per questo motivo le loro liriche realizzano un’opera che guarda contemporaneamente a due mondi che finiscono per specchiarsi inevitabilmente l’uno sull’altro. C’è un tepore familiare in questi libri, una sottilissima corda d’argento che lega il destino di entrambi, un meraviglioso rapporto d’amore che l’arte magica della parola rafforza e tiene in vita, costituendo per tutti noi un forte antidito alla sopravvivenza.

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