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comunicato stampa
Rete Migranti Diritti Ora!: no al sert a Posatora

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La Rete Migranti \"Diritti Ora!\" , impegnata da anni nel campo della convivenza in contrasto con l\'emarginazione, interviene sulla vicenda SERT-Cupa, riguardante il trasferimento del SERT della zona 7 di Ancona.

Riteniamo che l\'ipotesi di trasferire i locali adibiti al servizio di sportello tossicodipendenti, dall\'ex Umberto I, alienato al Comune e destinato ad abitazioni, nei locali ex ASUR di Via Cupa, Posatora, ripuliti e resi operativi dopo anni di abbandono dai giovani del Centro Sociale, sia un errore emblematico nell\'amministrazione della cosa pubblica.


Punto centrale, quando si parla di servizi di assistenza ai malati, in questo caso tossicodipendenti e comunque utenti del SERT, deve essere la certezza della cura, e la sua fruibilità in un contesto che non ne vanifichi gli effetti. Se poi a farne le spese, con un trasferimento nei locali di Via Cupa, sono i giovani che da due anni li hanno ripuliti e resi operanti, trasformandoli in Spazio Sociale Autogestito, si aggiunge espulsione ad espulsione, dando l\'idea di una città che colloca i suoi \"problemi\" fuori dalla vista dei più, nelle periferie. Una gestione politica che vedesse la città di Ancona come un insieme integrato, non si sarebbe liberata degli edifici di Largo Capelli ( ex Umberto I) per fare cassa, senza avere prima previsto soluzioni adatte per quei servizi che richiedono di essere inseriti, con le dovute precauzioni, nella città, non messe ai margini.


Una società al cui interno nascono mali come la segregazione e l\'autoseparazione, parte già sconfitta se non pensa la cura al suo interno, e non la considera la primo posto dei suoi programmi, sia sanitari che urbanistici. La stessa area ex CRASS, inserita nel quartiere del Piano, ha al suo interno locali che attendono di essere ristrutturati, e nello stesso tempo possono assicurare la necessaria discrezione. In questa chiave si può, secondo noi, ripensare il rapporto con le ferite che sono all\'interno della società: curandole dove nascono. Non pensiamo che sia utile scoraggiare con queste decisioni gli sforzi fin qui compiuti dagli operatori del SERT, che hanno finora servito l\'utenza e la cittadinanza, né quelli delle cooperative che gestiscono case protette, rendendo possibile l\'esecuzione di pene alternative per i detenuti tossicodipendenti presenti sul territorio, e neanche quelli degli utenti.


Senza improvvisazione, senza pietismi, ma senza neanche perdere tempo, la città di Ancona può e deve fare propri i suoi problemi di convivenza( la povertà, l\'immigrazione, le marginalità) affrontandoli e non nascondendoli. Così potrebbe anche fermare progetti di espansione che non sembrano servire, visti da questa ottica.