Quercetti: \'Se la vita di un operaio vale 8 mila euro\'

Negli ultimi dieci giorni la nostra provincia è stata funestata da diversi incidenti sul lavoro. Incidenti passati quasi in sordina nelle cronache locali, dove si direbbe conta molto di più l’identità del candidato di quello o quell’altro schieramento alle prossime elezioni, piuttosto che quella di chi perde la vita per andarsi a guadagnare un tozzo di pane.
È anche questo un segno dei tempi: nell’Italia tutta luccichini e ottimismo della seconda era Berlusconi, morire di lavoro non fa notizia, non provoca indignazione. Sentimenti di rassegnazione sono diventati l’orizzonte quotidiano di migliaia e migliaia di lavoratori costretti ad allungare il tempo di lavoro (quando c’è) per integrare salari e stipendi inadeguati a una vita dignitosa, scoprendosi così al rischio di infortuni e malattie. È quello che elegantemente Confindustria chiama il lavorare di più per guadagnare di più, salvo poi mandare in diretta televisiva i suoi rappresentati a piangere lacrime di coccodrillo di fronte a tragedie che assumono sempre più spesso cadenze giornaliere.
Un anno fa, era ancora in carica il governo Prodi, sulla scia dell’incidente alla Thyssen Krupp di Torino, nel Paese si aprì il dibattito intorno al decreto sicurezza nei luoghi di lavoro. Un decreto che proponeva, come in ogni società civile, un impianto sanzionatorio per quelle aziende che avessero violato le disposizione normative per la sicurezza dei lavoratori. Ricordo che quel decreto, con la vittoria del centrodestra, poi è stato immediatamente accantonato, ma alzi la mano chi ricorda il nome del politico marchigiano che vi si oppose. Bene, quel politico era Maria Paola Merloni, capolista del Pd nella circoscrizione Marche e futuro ministro del governo ombra di Veltroni.
Ho ricordato questo passaggio, perché da troppo tempo la politica e le istituzioni sembrano trattare questo tema per slogan, senza in realtà adottare un minimo di misure che porti l’Italia a livelli di sicurezza degli standard europei. E così, proprio in questi giorni, la destra che governa questo paese con un colpo di mano, ha deciso di attenuare le norme antinfortunistiche e soprattutto ha deciso di ridurre le sanzioni contro le imprese che non rispettano le norme. Massino 8 mila euro (salvo i casi gravissimi) per chi mette a rischio la vita dei propri dipendenti.
Ma non basta, si vuole anche ridimensionare il ruolo dei lavoratori e dei loro rappresentanti. Recentemente mi è stata assegnata, nella Giunta provinciale, la delega alla sicurezza nei luoghi di lavoro. In realtà la provincia in questo settore può fare ben poco oltre alla pur importante formazione e informazione. Ma questa responsabilità mi consente di gridare forte: vergogna! Per questo governo la vita dei lavoratori non è degna di essere tutelata! Sicuramente rischia di essere tardi, ma siccome, come dice il proverbio, meglio tardi che mai, ci provo ad invidiare un tentativo di contrasto: ricercare risposte concrete al bisogno di sicurezza sul lavoro deve divenire un terreno di serio e ampio confronto tra istituzioni e parti sociali e non, come spesso è stato fino ad oggi, una vetrina accademica dove far bella mostra mentre nelle officine e nei cantieri si continua a morire.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 01-04-2009 alle 18:26 sul giornale del 01 aprile 2009 - 1325 letture