Confindustria: fuori dalla recessione, ma dentro la crisi

\"Siamo fuori dalla recessione, ma ancora in pieno dentro le conseguenze della crisi\": è stato Luca Paolazzi, direttore del Centro Studi Confindustria (CSC), a sottolinearlo lunedì sera ad una folta platea di imprenditori riuniti in Confindustria Ancona. Reduce dal convegno di Roma di pochi giorni prima, Paolazzi ha voluto presentare di persona sul nostro territorio gli scenari economici che le aziende si trovano ad affrontare.
\"La ripresa dell’economia ci sarà, ma la risalita è lenta, faticosa e per questo piena di insidie – ha spiegato – anche perché questa crisi è diversa da tutte le altre. Ci vorranno diversi anni - le nostre stime parlano di almeno 5 - per recuperare i livelli di produzione toccati nel 2007 e per alcuni settori questo potrebbe non accadere mai\".
Certo è che l’autunno rappresenterà una fase decisiva per molte aziende: durante l’estate però alcuni segnali positivi – che Paolazzi definisce non più germogli, ma arbusti di ripresa – ci sono stati. Qualche esempio: riparte il manifatturiero soprattutto in Cina, ma anche in Europa, in Giappone e negli Stati Uniti ed è in netta ripresa la fiducia delle imprese che aveva raggiunto il picco negativo prima dell’estate.
I Paesi in via di sviluppo guidano il rilancio, rimanendo uno dei principali motori della crescita; al contempo nel nostro paese migliorano le aspettative di produzione per i prossimi tre mesi. Infine il rialzo dei prezzi delle materie prime, pur essendo penalizzante per i bilanci delle aziende, rappresenta un segnale importante della ripresa delle produzioni.
Tutti questi segnali, seppur deboli, hanno portato il CSC a rivedere le stime per il 2010 annunciando una crescita del PIL dello 0,8%. Non va dimenticato però che partendo da un –4,8% del 2009, si sta parlando comunque di una lenta risalita.
Timidi segnali di ripresa dunque, ma non mancano gli ostacoli, primo fra tutto la stretta creditizia: in Italia i prestiti alle imprese hanno frenato costantemente da gennaio e le imprese che ottengono i crediti lo fanno comunque a condizioni più onerose rispetto al passato.
La ripresa però ha bisogno di credito per consolidarsi e l’eccessiva selettività del credito diventa un ostacolo alla realizzazione di nuovi investimenti. Questo perché le banche hanno difficoltà a valutare il rischio in modo appropriato e a discriminare correttamente le aziende in salute dalle altre.
\"Le banche non valutino le aziende con un semplice click\" è l’ultima provocazione di Paolazzi che, rispondendo alle numerose domande degli imprenditori in sala, ha confermato come l’applicazione meccanica delle regole per la concessione dei crediti penalizzi pesantemente le aziende. E su questo punto torna proprio il Presidente di Confindustria Ancona Giuseppe Casali: \"La vera sfida dei prossimi mesi resta il rapporto con il mondo bancario: anche grazie alla moratoria sul credito, non ci possono essere più scuse. Le banche devono aiutarci concretamente a ritrovare il giusto punto di equilibrio tra risanamento finanziario e sostegno agli investimenti. Diversamente saranno molti gli imprenditori che, nonostante il coraggio dimostrato in questi mesi adeguando organizzativamente, tecnologicamente e commercialmente le proprie aziende, non saranno nelle condizioni di completare il loro lavoro. Ancora oggi, infatti, emergono comportamenti miopi di non pochi uffici periferici e degli uffici fidi, in controtendenza con le dichiarazioni distensive e improntate alla piena collaborazione delle direzioni centrali di molte realtà bancarie.\"
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 17-09-2009 alle 16:19 sul giornale del 17 settembre 2009 - 1187 letture