Bastianelli: cambiare le regole per l\'assegnazione delle case popolari

Si devono cambiare le regole per l’assegnazione delle case popolari. La legge regionale e le politiche dell’Amministrazione del comune di Ancona, fino ad ora, hanno mancato di equilibrio per l’assegnazione delle case popolari tra gli Italiani e gli immigrati nell’accesso agli alloggi pubblici e questo ha provocato amarezza tra le parti e ostacola l’integrazione, indispensabile nella nostra società.
Vogliamo dire
basta alla politica della regione e del comune che parla di
integrazione ma nelle decisioni operative provoca troppe differenze
tra
italiani ed immigrati e cio’ comporta per alcuni il mancato
rispetto
dei nostri ospiti. Questo non deve succedere ed intervenire sulla
rivisita dei regolamenti comunali e’ il punto di partenza per
riportare
serenità tra gli anconetani e gli extracomunitari presenti sul
territorio. La legge italiana, attraverso l’art. 40, comma 6, del
Testo
unico sull’immigrazione (decreto legislativo n. 286 del 1998),
stabilisce che: “Gli stranieri titolari di carta di soggiorno e gli
stranieri soggiornanti in possesso di permesso di soggiorno almeno
biennale e che esercitano una regolare attività di lavoro subordinato
o
di lavoro autonomo hanno diritto di accedere, in condizione di
parità
con i cittadini italiani, agli alloggi di edilizia residenziale
pubblica”.
L’emendamento che presentero’ in consiglio comunale, non
potendo certamente modificare la legge, rimette ordine nella
materia
attenendosi a tale norma, con ciò distinguendosi, per un verso, da
coloro che la sparano grossa nel lanciare proposte contro l’
assegnazione delle case popolari ai cittadini stranieri, andando
contro
la legge, e, per l’altro verso, da quanti pretendono di lasciare le
cose come stanno “perché lo dice la legge”. Criterio base è che
agli
alloggi ERP assegnati in via definitiva, nell’ordine della
graduatoria,
concorrono i cittadini che hanno il diritto di risiedere stabilmente
in
Italia, e cioè: gli italiani, gli stranieri comunitari e gli
stranieri
extracomunitari in possesso della carta di soggiorno (cioè di un
permesso a tempo indeterminato rilasciato a coloro che risiedono
regolarmente in Italia da almeno sei anni); a tutti costoro è
richiesto, con trattamento paritario, di risiedere in Ancona o di
avervi attività lavorativa almeno prevalente da almeno due anni.
Gli
stranieri extracomunitari in possesso di permesso di soggiorno
almeno
biennale che risiedono e lavorano regolarmente in Ancona, possono
concorrere, data la loro condizione di precarietà, solo all’
assegnazione degli “alloggi di emergenza”, che, in base al
regolamento
dell’ERP, sono destinati, per la durata di due anni rinnovabili, ai
nuclei familiari che, essendo in possesso dei requisiti per
concorrere
al bando, si trovano in specifiche e documentate situazioni di
emergenza (sfratti esecutivi, alloggi inabitabili, mancanza di una
soluzione abitativa, ecc.). è la giunta municipale che ogni anno
stabilisce la percentuale degli alloggi di casa popolare disponibili
da
riservare all’emergenza, percentuale che per il 2009, ad esempio, è
di
circa il 20% per cento. Non è un cambiamento da poco. Per esempio,
con
tale criterio, solamente 14 dei 51 extracomunitari compresi nella
zona
play off dell’attuale graduatoria provvisoria dell’ERP, vi
figurerebbero, avendo la carta di soggiorno, nella graduatoria
composta
secondo il criterio dell’emendamento Bastianelli. Gli altri, se ne
dimostrassero la necessità, potrebbero ottenere un alloggio di
emergenza.
Ma nessuno in Ancona deve dormire sotto un ponte? Si potrebbe dire. E gli altri stranieri residenti in Ancona che, non avendo neppure il permesso di soggiorno biennale, non hanno un alloggio, dovrebbero, secondo il sottoscritto, dormire sotto un ponte? Non scherziamo. Il Testo unico dell’immigrazione, stavolta ai commi 1 e 4 dell’art. 40, garantisce anche ad essi, a carico delle Regioni e degli enti locali, “l’accesso all’abitazione”, qualora ne siano impediti, attraverso i centri pubblici di accoglienza o gli alloggi sociali, collettivi o privati, prevalentemente organizzati sotto forma di pensionato. Questi ed altri servizi di accesso sociale all’ abitazione fanno capo, nella nostra città al comune. In Ancona nessuno, se non lo vuole, dorme sotto un ponte. Ma la casa popolare è un’ altra cosa.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 20-09-2009 alle 17:05 sul giornale del 21 settembre 2009 - 3143 letture