Andrea Raschia: il futuro della politica

La vecchia politica vuol rimanere a galla, a tutti i costi. Indecifrabile, priva di umanità e di passione, lontana dai problemi quotidiani; sempre più ridotta ad un gioco di potere: ecco le ragioni che spiegano la frattura con la società civile.
Crisi economica, precariato, disoccupazione, nuove diseguaglianze, squilibri e povertà, modello sociale in discussione, diritti di cittadinanza in pericolo.
Potremmo continuare, ma sono temi sufficienti per orientare adesso la Politica verso comportamenti coerenti, adeguati, e possibilmente virtuosi.
Lo spettacolo purtroppo è invece sotto gli occhi di tutti.
E quella locale non fa eccezione, con risse, sgambetti, cordate, spartizione di incarichi; eccessiva personalizzazione.
Ciò che avviene qui da noi insinua ulteriori dubbi sulla reale capacità di avviare un indispensabile processo di rinnovamento.
Guardiamo all’attuazione della scelta, sicuramente apprezzabile, di dar vita a forme nuove di aggregazione politica per motivare e coinvolgere i cittadini.
Occorre prendere atto del limite vero di un’esperienza che deve ancora compiere il salto di qualità. Un limite - poi purtroppo confermato dagli avvenimenti - già percepito con l’iniziale decisione di individuare protagonisti già vecchi per dare credibilità ed una nuova esperienza.
Le giustificazioni addotte dai leader nostrani -riportate dalla stampa- sono disarmanti: di fronte a situazioni che confermerebbero zone d’ombra, che sicuramente si chiariranno, ma che alimentano sbandamenti, incertezze e sfiducia, sottolineare come principale differenza tra gli schieramenti la diversa sensibilità di fronte agli avvisi di garanzia è quanto meno indice di una difficoltà palese!
È necessario, invece, segnare discriminanti strategiche, quali la visione della società, i valori e le scelte di campo. Per esempio il valore del Lavoro e le proposte per sostenerne e realizzarne quelle aspirazioni rimaste purtroppo solo nella carta fondante dello stato repubblicano.
Altro che presentare dimissioni dagli incarichi quando si è tirati in ballo in vicende giudiziarie! Di questo ci si accontenta?
Possibile che non si possa individuare qualcosa che assomigli ad un confronto di idee, di progetti diversi per un programma di governo della città attorno al quale coagulare uno schieramento di forze e personalità nuove e capaci di guidarlo? In una prospettiva nuova può incidere l’esperienza diretta del Sindaco?
Le premesse dovrebbero esserci. Gramillano è uno di noi, una persone come tante, una brava persona, cresciuta ed affermatasi nel crogiuolo del quartiere, in mezzo ai problemi delle persone, apprezzata per l’impegno professionale nel mondo della scuola, tra tanti giovani.
Un Sindaco che, a quanto si apprende dalla stampa locale, sembra invece impelagato con le solite storie: le nomine nei consigli di amministrazione, gli appetiti dei politicanti, i conflitti di interesse nostrani.
Come si regolerebbe uno di noi? Credo operando per contribuire a trasformare il luogo della Politica e delle decisioni in uno spazio salubre.
Con chiarezza e nettezza, per allontanare ogni sospetto, benché minimo, per evitare che la nuova Amministrazione -fin troppo incastrata in vicende che non dovevano neanche riproporsi- torni a dedicarsi con tutte le energie, al servizio della collettività nell’interesse generale.
Andrea Raschia
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 06-10-2009 alle 13:41 sul giornale del 07 ottobre 2009 - 3577 letture