comunicato stampa
Mense, Aiab: risparmio sulla salute dei bambini

In questi giorni abbiamo letto molte cose sulla stampa locale e non sembra che si veda un pò di luce.
La notizia degli insetti prima, della scarsa qualità di altre forniture, per poi arrivare a leggere per bocca del dirigente Pesaresi che “il biologico era un problema perchè non era gestibile” per una serie di motivi, fino a leggere oggi che la Di Bitonto – la stessa persona che come Assessore faceva il bilancio a gennaio – oggi dice che raccoglierà le firme per ripristinare il cibo biologico nelle mense scolastiche.
Desidero affermare, a fronte delle pluriennali esperienze dell’associazione che rappresento e personali, che il vero problema per l’inserimento del biologico nelle mense scolastiche è il pregiudizio e la scarsa applicazione dei funzionari i quali, invece di confrontarsi con i colleghi delle altre istituzioni che hanno affrontato gli stessi problemi, preferiscono stare su posizioni più” tranquille”: preparano un bel capitolato, fanno felice il sindaco facendo vedere che attuano risparmi, poi tanto cosa si mangia è un problema che verrà!
Sarebbe interessante che gli stessi solerti funzionari ed amministratori, quelli nuovi e quelli vecchi, ci spiegassero come mai il comune di Roma da 10 anni ha il biologico nelle proprie mense e così via tutte le principali città del nostro paese almeno dal centro al nord.
Quali miracoli compiono? Quali risorse hanno in più? Noi ci permettiamod i sostenere che la risorsa in più è la visione ampia e strategica degli amministratori e dirigenti che invece qui dalle nostre parti è sembra carente!
Così AIAB, che ha il polso della situazione nazionale ed europea, deve ripetersi e dire che ognuno degli aspetti legati alla gestione della ristorazione collettiva deve essere affrontato e risolto come una pezzo dello stesso problema: costi e forniture, formazione dei preparatori, formazione dei genitori, collaborazione con le realtà produttive locali per la garanzia della fornitura.
Ripetiamo che se l’ospedale di Asti fa fino a 40 capitolati per avere prodotti biologici di produzione locale, il Comune di Ancona potrebbe almeno iniziare a provarci.
Ricordiamo che nell’estate 2008 AIAB ha contattato l’Amministrazione nella persona dell’assessore in carica, si è tenuto un incontro, con dirigente e dietista, nel quale abbiamo offerto la nostra esperienza per sostenere l’amministrazione nei percorsi necessari: redigere i capitolati, fare acquisti con altri enti che si sono detti disponibili, formare gli operatori (dai cuochi ai magazzinieri) ecc..
La risposta è stata in sintesi: “che sarebbe bello che tutti mangiassero biologico; non ci crediamo nel biologico (come se fosse una fede!); le regole dei capitolati vanno rispettate”.
La cosa buffa è che l’offerta di AIAB era gratuita ed in fondo si trattava di far parte di una Rete di Enti che affrontano lo stesso tema: farlo in gruppo invece che in solitudine!
L’esperienza delle mense biologiche è nata in Italia e da qui è partita verso tutto il mondo: è una delle nostre eccellenze che abbiamo esportato.
Tutto il mondo sta andando verso la ristorazione collettiva biologica ed è quindi difficile accettare che Ancona, che è stata una dei capuologhi pionieri abbia ripensato il proprio percorso. L’Ente pubblico con i propri acquisti ha la capacità di incidere sul mercato e per questo DEVE spendere i propri soldi in modo sostenibile economicamente ed ecologicamente. Questo è stato anche il messaggio della BIODOMENICA 2009 che si è tenuta in Piazza Roma lo scorso 4 ottobre in contemporanea con altre decine di piazze in tutta Italia. Inserire prodotti biologici nella ristorazione pubblica è un gesto di solidarietà verso il proprio territorio e verso il futuro degli stessi bambini che alimentiamo, oltre che essere un consapevole gesto di sanità e qualità nei confronti del cibo che essi assumono fuori casa.
Rinnoviamo la nostra disponibilità a collaborare, sperando che “qualcuno” lassù ci senta e che insieme alle altre realtà territoriali abbia il coraggio almeno di provare a dare un segno di svolta ad una situazione grave per il futuro dei nostri bambini anche attraverso il cibo con cui ogni giorno si nutrono.

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