L\'Ambasciata dei Diritti contro il rimpatrio assistito dei minori

Ci piacerebbe far notare alcuni dettagli, a coloro che siedono tra i banchi del consiglio comunale di Ancona, rispetto alla mozione relativa al rimpatrio assistito dei minori stranieri. Magari conoscere da un lato qualche legge e dall\'altro acquisire un po\' di umanità potrebbe dare maggiore spessore al vostro lavoro.
Partiamo dalle leggi, la principale è la Convenzione di New York del 1989 sui diritti del fanciullo, ratificata in Italia e resa esecutiva con legge n. 176/91. Inoltre c’è l’articolo 19 del Decreto legislativo 28 gennaio 2008 che tutela i minori. Magari non tutti le conoscono, ma ci si aspetta da chi rappresenta i cittadini e fa politica per lavoro, un minimo di preparazione.
La Convenzione di New York stabilisce che in tutte le decisioni riguardanti i minori deve essere tenuto in conto come considerazione preminente il superiore interesse del minore (principio del “superiore interesse del minore”) e che i principi da essa sanciti devono essere applicati a tutti i minori senza discriminazioni (principio di “non discriminazione”).
La Convenzione riconosce poi a tutti i minori un’ampia serie di diritti, tra cui il diritto alla protezione, alla salute, all’istruzione, all’unità familiare, alla tutela dallo sfruttamento, alla partecipazione.
Ai minori stranieri non accompagnati si applicano le norme previste in generale dalla legge italiana in materia di assistenza e protezione dei minori.
Nonostante la legislazione nazionale ed internazionale vieti in ogni caso il respingimento dei minorenni, in quanto soggetti a tutela inalienabile, il verificarsi diffuso di tali abusi ha recentemente costretto il Governo a ribadire, attraverso direttive ministeriali, questo principio specificando che in caso di dubbio il soggetto debba comunque essere accolto. A dispetto di ciò sono ancora numerosi (se non crescenti) i casi di rifiuto di accogliere in territorio nazionale minori giunti nei porti italiani.
Nel porto dorico si sono spesso verificate gravi irregolarità nelle procedure di accoglienza di possibili minorenni, tanto che i casi più eclatanti hanno portato i riflettori della cronaca nazionale nel capoluogo marchigiano. La giunta e il consiglio comunale dovrebbero pertanto accertarsi che tali fatti non si verifichino mai più.
La possibilità “del rimpatrio assistito” di cui parla l’avv. Speciale cela una lettura razzista e disumana del fenomeno.
In primo luogo non è competenza del consiglio comunale valutare se ci siano le condizioni per questo tipo di rimpatrio, spetta al “Comitato per i minori” che valuta caso per caso, con approfondite analisi e comunque tale operazione non è applicabile a coloro che richiedono asilo. La competenza del Comune è solo ed esclusivamente volta all\'assistenza e in nessun caso al rimpatrio.
Per chi conosce la normativa è palese, che la procedura del rimpatrio assistito non è volta a far risparmiare lo Stato italiano ma, come sancisce la convenzione di New York, ad assecondare la volontà del minore, che resta sempre determinate nella scelta del rimpatrio (comunque costoso).
Ad Ancona la maggior parte dei minori non accompagnati provengono da zone di guerra come Afghanistan, Iraq, Palestina, Sudan e Somalia questi ragazzi scappano da situazioni drammatiche affrontando viaggi disumani a prezzo della loro vita per arrivate in Europa ed il consiglio comunale di Ancona li vorrebbe rispedire dai loro genitori come un figlio che ha fatto una ragazzata ed è scappato di casa?… Ancona si è commossa per i quarantacinque cagnolini trovati al porto e di fronte alla vita di ragazzi minorenni progetta espulsioni per non avere costi….
L\'aspetto più drammatico di questa mozione è che cerca di ridurre le vite dei minori non accompagnati solo ad una voce di bilancio…un collegamento che diventa ancora più atroce e pericoloso nel “Giorno della memoria”, quando la disperazione degli ebrei nei campi di concentramento dello scorso secolo viene associata a quella dei profughi dei nostri giorni. Invece di presentare mozioni del genere i consiglieri dovrebbero lanciare una campagna di solidarietà che coinvolga istituzioni e privati, dar vita ad una commissione permanente che tuteli i minori e monitori la complessità di questo fenomeno, ascoltare le storie che hanno da raccontare questi ragazzi per capire le tragedie che li hanno costretti a lasciare il proprio paese d’origine.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 28-01-2010 alle 18:49 sul giornale del 29 gennaio 2010 - 1741 letture