Idv: Via Bettino Craxi, 1934-2000, politico, corrotto, latitante

Si continua a spacciare la menzogna per verità. Come si fa ad omaggiare un latitante, pluricondannato e corrotto che, commettendo innumerevoli reati, ha rovinato sia la credibilità del Paese che quella delle Istituzioni?
L\'Italia dei Valori lo dice forte e chiaro: abbiamo pietà per i morti, ma nessuna pietà per chi mente. Craxi non era una persona in esilio, era un latitante. Nessuno lo ha cacciato. E\' lui che è fuggito per non rispondere delle sue azioni davanti alla giustizia. E\' scappato via perché è stato condannato con sentenza penale passata in giudicato. Era accusato di corruzione e finanziamento illecito ai partiti, cosa di cui i giornali non fanno alcuna menzione per poterlo spacciare come “grande statista”. Ma quale statista!?
Quello che con la DC della Prima Repubblica ha indebitato oltremodo le casse dello Stato?
Quello che ha dato la possibilità ad una classe imprenditoriale di crescere non in ragione delle proprie capacità imprenditoriali ma delle mazzette che pagava?
Craxi morì da pregiudicato latitante che si era sottratto alla giustizia e alle leggi del suo Paese, avendo maturato due condanne definitive (5 anni e 6 mesi per corruzione nel processo Eni-Sai; 4 anni e 6 mesi per finanziamento illecito per le mazzette della metropolitana milanese) e varie altre che stavano per diventarlo (3 anni in appello per la maxitangente Enimont, 5 anni e 5 mesi in primo grado per le bustarelle dell’Enel, 5 anni e 9 mesi in appello per il Conto Protezione).
Nessuna grandezza di statista potrà mai permettere di cancellare i suoi atti di corruzione ed i suoi furti ai cittadini italiani.
La Magistratura individuò infatti 50 miliardi sui conti personali svizzeri Northern Holding e Constellation Financière, più quelli (mai visti né calcolati) bloccati a Hong Kong perché quello stato non ha mai risposto alle rogatorie. I due governi Craxi (1983 – 1987), in soli quattro anni, raddoppiarono il debito pubblico. In quegli anni, infatti, l’indebitamento passò, in termini assoluti, da 234 a 522 miliardi di euro e il rapporto tra debito pubblico e Pil passò dal 70 al 90%. Gli anni del craxismo più esasperato portarono l’Italia sull’orlo della bancarotta. E allora facciamola questa piazza: Via/Piazza Bettino Craxi. Sotto il nome, però, come in tutte le targhe, scriviamoci anche quel che era: “politico, corrotto, latitante”.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 02-02-2010 alle 19:55 sul giornale del 03 febbraio 2010 - 1789 letture
In questo articolo si parla di politica, italia dei valori, costantino renato
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