comunicato stampa
Falconara: lettera aperta sullo sgombero della famiglia Caimmi

La vicenda dello sgombero del prefabbricato di via Stadio 2 (avvenuta lo scorso mese di novembre) arrivato in Consiglio comunale se non altro mi è servito per capire bene come sono andate le cose: Sappiamo che la vicenda è giunta sul tavolo del Difensore Civico regionale ed i perché mi sono sembrati legittimi indipendentemente da chi abitasse la “baracca” che poi ho compreso essere in realtà un modulo abitativo fornito di ogni cosa. Non voglio fare l’ipocrita, ordine, applicazione e rispetto delle regole le voglio anche io, però a mio avviso questa vicenda in realtà ha toccato altre sfere del nostro vivere quotidiano a Falconara, e riguarda tutti, non solo la famiglia CAIMMI o la questione “zingari” piuttosto che degli extra-comunitari o comunitari.
Non si tratta di voler contrapporre la Falconara solidale a quella che soffia sul fuoco dell’intolleranza, perché serve tutt’altro.
Occorre invece manifestare il nostro interesse sulla questione della “insicurezza percepita” e comprendere che qualcosa non va; questo qualcosa a mio avviso si chiama “non integrazione” e poco importa di chi siano state le responsabilità del passato o chi siano oggi coloro che non rispettano le regole. Adesso serve trasmettere ai nostri rappresentanti in consiglio comunale (di qualunque schieramento essi siano) che serve un vivere civile e che per arrivarci occorre affrontare questo tema, si consapevoli delle paure, ma non per questo disposti alle inciviltà. La non integrazione reciproca, questa è la causa dell’insicurezza percepita oggi a Falconara; occorre abbattere le diffidenze gli uni degli altri e vorrei fossimo tutti capaci di affrontare questo argomento in maniera plurale. Serve certamente presidiare il territorio ma anche coinvolgere le comunità diverse che abitano Falconara perché anche i nostri usi e costumi devono essere rispettati.
A nessuno fa piacere ci siano persone in piazza Mazzini (comunitarie) che fanno i loro bisogni in terra vicino ai cassonetti dell’immondizia e davanti ai negozi ma non si può fare di tutta l’erba un fascio, non ho simpatia per le generalizzazioni ed occorre dire ci sono tante brave persone “diverse” che abitano oggi Falconara, i nostri figli siedono l’uno accanto all’altro a scuola, si ritrovano alle feste di compleanno, ma le distanze restano tra noi adulti; guardiamo di più ai nostri ragazzi, abbiamo molto da imparare da loro. L’intolleranza, il rifiuto del diverso il non rispetto delle regole sono il frutto della stessa malattia, la non conoscenza.
Sono andato al consiglio comunale già convinto non andassero bene né il troppo permissivismo, né l’intolleranza, ma sono tornato a casa in questo caso convinto si sia trattato solo di becera strumentalizzazione; un atto di forza concepito per propaganda politica.
A che PRO altrimenti le GIGANTOGRAFIE delle ruspe in azione ? ed il servizio Televisivo in contemporanea dello sgombero ? Sono servite forse a darci più sicurezza ? Io ragiono con la mia testa e non ho sempre delle certezze, ma in questo caso sono convinto: Falconara ha bisogno di aria nuova…in tutti i sensi, la percezione di insicurezza si abbatterà solo con l’integrazione, dovrà certamente essere bidirezionale, quanto alle ruspe facciamole lavorare per ripulire i fossi o per livellare le strade piene di buche.
