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Confartigianato: quando la politica dimentica le professioni

paolo picchio 3' di lettura Ancona 19/03/2010 - Paolo Picchio responsabile edili Confartigianato: non togliete lavoro alle aziende.

Il Comune pensi anche alla crisi delle imprese Il Comune pensi anche alla crisi delle imprese. E’ l’appello lanciato da Paolo Picchio responsabile provinciale degli edili di Confartigianato. L’Amministrazione comunale di Ancona subordina la concessione di buoni lavoro per soggetti disagiati, alla loro disponibilità a svolgere lavori di “manutenzione di edifici e strade, giardini, servizi di pulizia vari”. Non è che per fare queste cose sia più necessaria alla collettività l’individuazione di soggetti specializzati, dotati delle idonee attrezzature e legati da una “garanzia” sulla bontà realizzazione, tutte condizioni che solo un’impresa può dare? Altro esempio di questo genere, il bando sull’autocostruzione a Senigallia. Se un’impresa edile costruisce per proporsi con le sue realizzazioni in questo momento sul difficilissimo mercato degli immobili, gli adempimenti, gli oneri e i costi, i cavilli, sono a dir poco opprimenti. Se si vuole intraprendere la strada dell’autocostruzione molti di questi scogli vengono rimossi. A che pro? Per lasciare altro invenduto sul groppone delle imprese edili nostrane? Dal punto di vista filosofico-umanitario tali iniziative non sono condannabili, ci mancherebbe altro. Il risvolto sociale non può essere sottaciuto. Ma come in ogni situazione ci sono degli “effetti collaterali”.


E tali effetti sono proprio quelli di sottrarre occasioni di lavoro (o di vendita) alle imprese del settore edile (come pure a quelle di pulizie e di giardinaggio) che stanno vivendo un momento davvero critico. A questo punto è doveroso citare un’altra grande promessa mancata, quella del “Piano Casa 2” (ampliamenti e demolizioni/ricostruzioni) che avrebbe dovuto salvare l’edilizia dalla crisi. “L’impressione che si ha dall’esterno – sottolinea Paolo Picchio responsabile degli edili di Confartigianato Ancona – è che la classe politica non si renda affatto conto della gravità della congiuntura per il settore delle costruzioni. Si continuano ad affidare lavori pubblici al massimo ribasso, senza mai valutare la durata nel tempo dei manufatti e la salvaguardia di rapporti fiduciari con chi deve essere garante di quell’opera nel tempo. La collettività non ha alcun interesse nello spendere poco e spesso: le cose vanno fatte al meglio e devono durare, così si spende meno. Per non dire, inoltre, che chi svolge tali lavori deve anche fare da banca all’ente pubblico perché i tempi di pagamento sono a dir poco indecorosi”.


Confartigianato vuole – in questo momento critico – ribadire con forza quanto il settore delle costruzioni sia il maggior volano dell’economia e fa da traino ad altri fondamentali settori come quello delle materie prime (industria del cemento, legno, ferro, vetro, pietra, ceramica) dei mobili, degli elettrodomestici, oltre alle attività professionali e di servizio connesse. In conclusione, Confartigianato auspica che non venga mai a mancare il dovuto rispetto per le professioni e le attività di impresa.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 19-03-2010 alle 16:22 sul giornale del 20 marzo 2010 - 739 letture

In questo articolo si parla di attualità, confartigianato, impresa





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