comunicato stampa
Rigassificatore: Rossi, ancora una volta il PD cittadino non si smentisce

Di conseguenza i grilli parlanti odierni dovrebbero avere la pudicizia di
tacere.
In secondo luogo, l’attuale Esecutivo, oltre ad avere attivato un colloquio
ed un canale di informazione proficuo con la Raffineria, peraltro doveroso,
ha posto la parola fine all’inconcludenza del passato con una compensazione
economica di 3 milioni di Euro.
In terzo luogo, l’attenzione dell’Amministrazione per la sicurezza nell’area
degli impianti produttivi è massima, tesa a sollecitare l’Azienda ad
adottare continuamente le misure cautelative più idonee atte a garantire la
salvaguardia dell’ambiente, più elevate misure di sicurezza per gli addetti
e per i cittadini e la continuità dei posti di lavoro.
Infine sul Rigassificatore.
Paragonare l’impianto di Porto Viro (Rovigo) a quello falconarese è quanto
mai ridicolo e menzognero.
Si sappia che la conduttura a terra del gasdotto nel Polesine è estesa per ben 10 Km nel Delta del Po, oltre a ulteriori 15 Km di entroterra per giungere alla Cabina di misura di Cavarzere (VE), a fronte di 4/5 Km di Falconara Marittima, per di più tutto interrato. Inoltre il Rigassificatore di Porto Viro può approvvigionare 8 miliardi di M/c all’anno, contro i 4 di Falconara M., ma, ciò che più importa, si tratta, per ciò che concerne il terminale, di una nuova struttura in cemento armato di circa 290.000 tonnellate, alla distanza di 15 Km dalla costa, che poggia su un fondate di 28 mt., lunga 180 mt., larga 88, alta 47 (fonte Governativa), realizzata ex novo in Spagna, struttura unica al mondo, del costo 2 miliardi di € e 10 anni di progettazione. A ciò va aggiunto lo stoccaggio di gas nella struttura a mare di 250mila metri cubi. Ciò giustifica misure compensative per circa 12 milioni di €, per l’intera area del delta del Po, a fronte dell’impianto falconarese che utilizza un’isola galleggiante, di ridotte dimensioni, a 16 Km dalla costa, presente ed operante da decenni, che ospita periodicamente le petroliere per lo scarico del greggio. Alla luce di tutto ciò, l’accordo stipulato dall’Amministrazione sembra congruo e positivo, sia in termini di prescrizioni ambientali, misure cautelative in opere e compensazioni finanziarie. Il tutto per circa un milione e cinquecentomila euro, di cui novecentomila in danaro.
Ricordo anche che il parere comunale non è vincolante in alcun punto del complesso procedimento. La richiesta di autorizzazione è stata formulata infatti ai sensi dell’art.8 (“Utilizzi di siti industriali per la sicurezza e l’approvvigionamento strategico dell’energia) della L. 340/2000 (“Disposizioni per la delegificazione di norme e per la semplificazione dei procedimenti amministrativi”)in base al quale l’autorizzazione è rilasciata dal Ministero per lo Sviluppo Economico, di concerto con il Ministero dell’Ambiente e d’intesa con la Regione interessata, previa acquisizione della pronuncia del Ministero dell’Ambiente in merito alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), il cui Studio è contenuto nel progetto presentato. I cittadini sono ora in grado di valutare e giudicare. Si può fare di più? Mai dire mai. Certamente non ci tireremo indietro per alzare l’asticella, se ce ne sono le condizioni. Ma tutto ciò è ben diverso dall’opera denigratoria, distruttiva e sconsiderata in cui si impegna infaticabile la minoranza.
