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Falconara: Cic, a chi serve il rigassificatore di Api Nova energia?

cittadini in comune 3' di lettura 20/04/2010 - "Il rigassificatore di API Nòva Energia non serve ai falconaresi, non ai marchigiani, non all’Italia! I rigassificatori - anche quello di API Nòva Energia - servono esclusivamente a chi li fa poiché permette loro di comprare il gas quando costa meno per poi rivenderlo ad altri Paesi europei quando costa di più".

E se il prezzo non è conveniente e decidono di non gassificare, i mancati profitti vengono garantiti per legge e per prelievo dalle tasche dei cittadini. Cruda logica privata e commerciale, cinicamente spacciata per il bene dei cittadini e dell’Italia! Noi cittadini pagheremo l’inattività del rigassificatore! Credete sia una barzelletta? Il comma 2 articolo 13 della delibera 178/2005 emanata dall’Autorità per l’energia prevede un “ fattore di garanzia che assicura anche in caso di mancato utilizzo dell’impianto la copertura di una quota pari all’80% dei ricavi di riferimento ” per i costi fissi del terminale, che a loro volta costituiscono circa il 95% dei costi dell’impianto! Così, se API Nòva Energia non riuscirà ad avere il GNL (per esempio perchè i paesi produttori di gnl già ora hanno impianti che funzionano ad oltre il 90%) interviene lo Stato italiano prelevando i soldi dalle bollette dei consumatori finali, cioè dai cittadini. A queste condizioni risulta facile farsi finanziare il progetto … e infatti i progetti di rigassificatori proliferano in tutta Italia attirando anche “investitori” italiani ed esteri in gran numero (vedi Gaz de France a Porto Recanati).


SE CERCHIAMO DI CAPIRE LO STATO DEI RIGASSIFICATORI NEL MONDO, CAPIREMO QUESTA “REGALIA” ITALIANA E ALTRE COSE SULLA LORO INUTILITA’ PER IL NOSTRO PAESE. Solo il Giappone ha 23 rigassificatori e la ragione è semplicemente che quel paese non è collegato con gasdotti significativi. Al contrario l’Italia che ha un posizione strategica in questo senso. Oggi ci sono al mondo solo 17 impianti di liquefazione contro 51 rigassificatori. A causa di questo squilibrio gli impianti di liquefazione lavorano al 95% della loro potenzialità, mentre i rigassificatori vengono impiegati fra il 35 e l’80% della propria potenzialità: il rischio e’ che i rigassificatori italiani non abbiano sufficiente gnl da rigassificare e quindi non funzionino correttamente sotto il profilo di una efficiente logica industriale! QUANTO E’ IL FABBISOGNO ITALIANO DI GAS? Il Ministero dello Sviluppo Economico ha così quantificato il fabbisogno: al 2012: 103 miliardi di mc/anno, al 2015: 108 miliardi di mc/anno. Se saremo riforniti soltanto con i gasdotti si avranno: al 2012: 113/115 miliardi di mc/anno importati, al 2015: 124/130 miliardi di mc/anno importati. Se saremo riforniti dai gasdotti + 3 rigassificatori si avranno: al 2012: 132,5/134,5 miliardi di mc/anno importati, al 2015: 143/149 miliardi di mc/anno importati MA IN ITALIA SONO STATI CHIESTI 15 RIGASSIFICATORI PER COMPLESSIVI 105 miliardi di mc/anno di gas importato! Che cosa ne facciamo del surplus dei rigassificatori considerato che questi impianti sono a rischio di incidente rilevante? Qual è la convenienza di avere un surplus di rischio in un’area già ad alto rischio di crisi ambientale?






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 20-04-2010 alle 16:55 sul giornale del 21 aprile 2010 - 812 letture

In questo articolo si parla di politica, falconara marittima, cittadini in comune, rigassificatore, Lista Civica





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