Coldiretti: al porto di Ancona scoperta pasta greca 'made in Italy'

Venti tonnellate di pasta "italiana" fatti in Grecia, pesche sciroppate col nome di una famosa città campana, olio d’oliva ellenico diretto in Toscana, aceto di vino in viaggio per Modena.
Sono i prodotti del falso made in Italy scoperti mercoledì mattina al porto di Ancona nel corso della mobilitazione che ha visto cinquecento agricoltori provenienti da Marche, Umbria e Abruzzo bloccare e controllare i tir appena sbarcati nello scalo dorico. Il tutto nell’ambito della mobilitazione promossa dalla Coldiretti a livello nazionale contro le importazioni di alimentari stranieri che vengono poi venduti come italiani sfruttando la mancanza dell’obbligo dell’etichetta d’origine.
Gli imprenditori agricoli hanno atteso l’arrivo dei camion provenienti dalla Grecia e, assieme agli uomini dell’Ufficio Dogane di Ancona e della guardia di finanza hanno bloccato i mezzi che trasportavano prodotti alimentari. Una cisterna di latte è riuscita a evitare il blocco, ma nelle altre sono state trovate pesche sciroppate con il nome di una località campana, altre pesche a pezzi congelate dirette a Bergamo, olio d’oliva greco con destinazione toscana, aceto di vino per la patria del balsamico, Modena. Ma in un camion sono stati trovati anche pacchi di farfalle di una nota pasta italiana realizzati in Grecia eppure riportanti i colori della nostra bandiera e una scritta made in Italy. Le auto "civetta" prediposte dalla Codliretti sono quindi entrate in azione per seguire i tir fino alla loro destinazione finale.
“Una situazione che inganna i consumatori, i quali credono di portare in tavola prodotti del territorio, e danneggia la imprese agricole visto che l’import dall’estero ha causato un drammatico crollo dei prezzi – ha spiegato il presidente di Coldiretti Marche, Giannalberto Luzi, che ha guidato la manifestazione assieme al collega dell’Umbria, Albano Agabiti, ai direttori regionali Alberto Bertinelli e Angelo Corsetti, e ai presidenti di Ancona, Maurizio Monnati e di Ascoli Fermo, Paolo Mazzoni -. Non possiamo accettare che la pasta italiana sia fatta all’estero mentre il grano viene pagato tredici centesimi o le pesche siano importate dalla Grecia mentre ai nostri frutticoltori viene corrisposta una miseria”.
Dallo scalo dorico entrano ogni anno quasi cinque milioni di quintali di cereali a basso costo importati dall'estero per essere lavorati come italiani (nella nostra regione se ne producono circa 8 milioni di quintali), senza dimenticare aglio cinese, fragole turche, carciofi peruviani pronti a finire nelle conserve o nelle pizze tricolori.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 07-07-2010 alle 15:19 sul giornale del 08 luglio 2010 - 3098 letture
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