contatore accessi free

Cia sul sequestro di pasta: 'Troppi falsi 'made in Italy' invadono i mercati'

cia 2' di lettura Ancona 21/09/2010 -

Ogni anno i mercati del nostro Paese vengono invasi da troppi prodotti alimentari falsi “made in Italy”. I sequestri da parte delle autorità competenti italiane solo nel 2009 sono più che quadruplicati rispetto all’anno precedente.



E questo significa che i controlli funzionano, ma il rischio di portare a tavola “tarocchi” a prezzi “stracciati” è sempre più incombente. I più colpiti dalle falsificazioni sono i sughi pronti per la pasta, i pomodori in scatola, il caffè, la pasta, l’olio di oliva, la mozzarella, i formaggi, le conserve alimentari. Siamo in presenza di una vera beffa per i consumatori e un grave danno per gli agricoltori nazionali di grano duro che stanno vivendo un momento di grandissima difficoltà. E’ quanto sottolinea il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori provinciale di Ancona Evasio Sebastianelli in merito al sequestro, effettuato dalla Guardia di Finanza presso il porto di Ancona, di sessantatre tonnellate di pasta prodotta in Grecia, ma recanti, appunto, sull’etichetta della confezione, la dicitura “made in Italy”.

Davanti a queste notizie, la Cia, che commenta positivamente l’operazione di Ancona, ribadisce alcuni punti fermi: continuare e rafforzare i controlli, indicazione d’origine in etichetta, dura lotta alle falsificazioni, “tolleranza zero” per chi sofistica ed inquina gli alimenti. Occorrono -avverte la Cia- misure drastiche per contrastare sia le importazioni di alimenti “pericolosi”, che per debellare l’adulterazione e la truffa nell’alimentazione. Soprattutto, è indispensabile un'etichetta trasparente per garantire consumatori e produttori agricoli. L’indicazione di provenienza è, quindi, uno strumento essenziale che va esteso a tutti i prodotti agroalimentari.

D’altra parte, la stragrande maggioranza degli italiani (nove su dieci) vuole massima sicurezza alimentare e chiede misure efficaci per reprimere sofisticazioni e adulterazioni dei prodotti; mentre sette su dieci sono favorevoli ad un’etichetta "trasparente" che permetta di riconoscere la provenienza del prodotto. Non solo. Oltre il 60 per cento dei nostri connazionali -sottolinea la Cia- guarda alla qualità.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 21-09-2010 alle 13:20 sul giornale del 22 settembre 2010 - 1031 letture

In questo articolo si parla di attualità, cia

Licenza Creative Commons L'indirizzo breve è https://vivere.me/cmR





logoEV
logoEV