Giaccaglia (Anconambiente): 'Meno dogmi e più impresa'

"Senza alcun dubbio le argomentazioni del presidente di Multiservizi, Avenali, relativamente alla futura ed auspicabile ipotesi di gestione regionale di acqua, gas e rifiuti sono, in linea di massima, condivisibili" - dice Gianni Giaccaglia, presidente di Anconambiente.
Il mercato è infatti oggi troppo frammentato e quindi per una città-regione come le Marche solamente una strategia di crescita condivisa può continuare a garantire una presenza pubblica concorrenziale e di qualità. La politica dovrà studiare con attenzione il meccanismo e le modalità che dovrebbero portare alla costituzione di questa grande realtà pubblica marchigiana, affinché la gestione e la rappresentanza non risultino monoculturali. Altrettanto importante è continuare a dare ai nostri cittadini dei servizi di qualità a dei costi contenuti e comunque competitivi sul mercato.
L’apertura del mercato ai privati prevista dal decreto Ronchi entro dicembre 2011 porterà infatti cambiamenti importanti su questo fronte articolato e giustamente le partecipate debbono muoversi in maniera sinergica per salvaguardare quel patrimonio di esperienze, di professionalità e di qualità del lavoro che nessun decreto può mai cancellare e che non può essere disperso. In quest’ottica nessuno può pensare di mettere il cappello su questa o quella soluzione o, peggio, imporla politicamente. Oggi occorre infatti ragionare nell’interesse dei cittadini e della rappresentanza più ampia possibile. Mi spiego meglio: ci sono elementi importanti che comunque vanno tenuti presenti. Dalle dimensioni aziendali al numero dei dipendenti, dal fatturato alla presenza dei diversi enti nelle singole aziende, alla governance.
Nel caso di Anconambiente, il Comune di Ancona detiene il 90% della proprietà producendo oltre il 22% della massa rifiuti dell’intero bacino provinciale. Anconambiente ha oggi più di 300 addetti per la grandissima parte del territorio del capoluogo (territorio che già oggi soffre di una vera e propria emergenza lavoro) ed un fatturato complessivo pari ad oltre 28 milioni di euro. . Andando ad una lettura comparata con le altre realtà aziendali che gravitano su Ancona, Multiservizi, il cui respiro è sostanzialmente provinciale e Prometeo, ci si rende conto che una qualsiasi strategia di gestione unitaria non può che passare da una analisi accurata di ciò che è e di tutto ciò che potrà essere. Bisogna infatti superare la forte frammentazione esistente e sopperire alle dimensioni significativamente inferiori rispetto alle principali aziende italiane per poter puntare ad un maggior consolidamento e quindi ad un diverso posizionamento sul territorio.
Dati alla mano, nel 2008 soltanto nella nostra provincia le realtà più importanti erano la pubblica Multiservizi (427 dipendenti) che ha fatturato 60 milioni di euro circa, la pubblica Anconambiente (265 dip) 25 milioni di euro, la mista Sogenus spa di Moie (30 dip) 19 milioni, la mista Astea spa di Osimo (57 dip), 79 milioni, la pubblica CAM spa di Falconara (97 dip), 9 milioni. Ne deriva che non può non tenersi conto del ruolo di Ancona e di Anconambiente nell’elaborare qualsiasi strategia. Di tutto questo occorre tener conto, indipendentemente dalle visioni partitiche, dalle logiche di appartenenza e dalle incrostazioni che in questi delicatissimi settori si possono essere formate. Meno dogmi e più impresa, dunque. E questo nell’unico interesse delle Marche e dei marchigiani.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 09-11-2010 alle 17:04 sul giornale del 10 novembre 2010 - 1024 letture
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