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comunicato stampa

Don Lazzerini: 'Troppa gente non sa vivere'

3' di lettura

Vangelo

Don Antonello Lazzerini commenta il Vangelo di domenica 14 novembre.

Dal vangelo secondo Luca

Lc 21, 5-19

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: "Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta". Gli domandarono: "Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?". Rispose: "Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine". Poi diceva loro: "Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita".

Dunque niente paura o millenarismi catastrofici, i guai elencati da Gesù sono il ben noto percorso della storia, sembra quasi a leggerlo che il Figlio di Dio si stia prendendo gioco delle paure del piccolo uomo timoroso di morire. Già, la paura è di chi non ha speranza, di chi non sa affidarsi all’evidenza di un compito. L’uomo adulto cosciente di se e del proprio mondo sa bene, che al di là di ogni accidente naturale resta la sua responsabilità di essere sopravissuto, con il compito di sorreggere chi ha sofferto e la certezza di non poter essere ultimamente determinato dal dolore. Certo l’impressione può essere forte e disperante, ma la Presenza del Bene resa concreta dalla compagnia nella Fede della Chiesa rende possibile reggere anche la sensazione più dura.

Ecco allora la virtù della perseveranza, non un sentimento astratto, ma la certezza nella compagnia di Dio all’uomo nella storia. Questo Gesù insegna ai suoi discepoli, mettendoli in quardia contro i catastrofismi e esortandoli a guardarsi intorno. Chi ha come criterio il vero, chi riconosce il reale, chi non si lascia illudere dal suo pensiero, ma si attacca alla concretezza della sua stessa vita, non ha mai paura. Cero dice poi San Paolo, che vive senza fare niente, senza guadagnarsi il pane, beh! E’ ovvio che poi si agita, non avendo nulla di cui occuparsi. Vedi un po’ intorno a te dove c’è tanta agitazione, forse c’è troppa gente che non sa vivere.



Vangelo

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 12-11-2010 alle 17:38 sul giornale del 13 novembre 2010 - 690 letture