Pensioni nuove generazioni, Rossi: 'Siamo sicuri che sia colpa dei padri e dei nonni?'

Non ci sono i fondi per le future pensioni e si continua, attraverso i media, ad incrementare lo scontro generazionale, la motivazione ricorrente è che i genitori e i nonni come sanguisughe hanno prosciugato i fondi pensione, è questo infatti il messaggio che passa quotidianamente Ma in molti si chiedono perché il dito viene sempre puntato sui lavoratori, siano essi di ieri o di oggi, che in anni ed anni hanno versato tutti i contributi di legge.
In controparte si allunga il tempo lavorativo, “perché si vive di più”, ma quanto ci costerà questa scelta se il patrimonio umano non riesce a reggere i ritmi, si ammala e non può andare in pensione? Quanti lasceranno i loro contributi allo stato se appena in pensione lasceranno questo mondo? Quando i giovani troveranno lavoro se i padri non lasciano mai il loro posto e nuovi posti non vengono resi disponibili?
Ci chiediamo perché non si dice mai in nessuna sede che agli immigrati ultrasessantacinquenni indipendentemente dai contributi versati o meno viene garantita la pensione, che tutti i rappresentanti politici hanno diritto a pensioni da sogno anche con tempi cortissimi di rappresentanza elettiva, che i dirigenti tutti raggiungono cifre pensionistiche impensabili per un povero mortale che per tutta la vita sputa sangue per il lavoro e spesso ci rimette la salute?
Evidentemente non sono i padri a ridurre a zero le speranze dei giovani alla pensione, ma i politici che emanano direttive a loro stesso favore, a favore dei dirigenti, tutti eletti con accordi politici, e tutti coloro che incassano pensioni senza in controparte aver versato nulla, anche se in questo caso è sempre valido il discorso di un minimo di ammortizzatori sociali.
Questo è un articolo pubblicato il 26-08-2011 alle 17:54 sul giornale del 27 agosto 2011 - 761 letture
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