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comunicato stampa
Falconara: Sansò, la città snobba la Legge 183 sulla difesa del suolo

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Democrazia Cristiana Marche

Abbiamo ragione di credere che Falconara abbia snobbato i contenuti della Legge 183 sulla difesa del suolo ed ora l’instabilità del suolo falconarese è divenuto un serio problema.

Sappiamo che l’abitato di Falconara, appoggiato sulle pendici collinari prospicenti il mare, non gode di una stabilità esemplare,ma non potevamo immaginare che l’espansione urbana “irrazionale e squilibrata” avesse nascosto una insidia subdola e assai pericolosa che potrebbe seriamente ostacolare il processo di riqualificazione urbana. Sappiamo altresì che sono presenti “frane attive” da tempo costituenti il DNA dei terreni falconaresi, così come indicato da CNR ( Comitato Nazionale delle Ricerche)- Sistema informativo sulle Catastrofi Idrogeologiche – (Progetto AVI- Archivio Frane -)-Scheda di censimento n° 100014-100974-. L’ambiente fisiografico “vede in precarie condizioni di equilibrio” lo stato fisico dalla zona collinare di Via Trieste, Piazza del Comune, nonché l’area della Madonna di Barcaglione sito c/o la SS 16 Adriatica al Km. 289. L’estate oramai finita, siamo in pieno autunno e forse inizieranno presto copiose piogge, lo stato dei luoghi e dei terreni lo dovremmo ben conoscere e non dovrebbero essere snobbati segni eloquenti, già espliciti e premonitori alla luce del sole.

L’urbanizzazione selvaggia adottata, passata, recente e di “prossima attuazione”, nasconde realtà geologiche pericolose, soffocando, ovattando voci, disorientando e minimizzando situazioni “pericolose”, appoggiandosi al solito, tacito e strategico silenzio di una Amministrazione da qualche tempo impegnata nella corsa affannosa di “svendere” per far cassa. Non possiamo dimenticare che Falconara è stata censita come una città in AREA SISMICA (Seconda categoria) e il “sisma è una causa innescante il processo franoso” ,così come parte attiva e determinante sono le acque meteoriche di scorrimento superficiale e profonde e la stagione in essere ed entrante è quella invernale e le conseguenze sono il distacco improvviso delle masse e delle placche degli strati che possono provocare lo scollamento degli stessi con il conseguente collasso del versante collinare. L’Amministrazione comunale falconarese è apparsa insensibile e distratta ed ha giocato per anni con una realtà molto preoccupante. Motivi burocratici, forse anche conflitti tra Regione e Comune hanno offuscato l’applicazione materiale di una legge profondamente innovativa. La Legge 183 sulla difesa del suolo, doveva ottenere la piena attuazione già da tempo, così come attiva avrebbe dovuto essere l’Autorità di bacino per un effettivo controllo e governo a difesa del suolo.

Oggi Falconara raccoglie ciò che per anni ha seminato: il QUALUNQUISMO. Il suo territorio è devastato sotto il profilo della protezione, della conservazione e dell’uso. Non ci risultano effettuati adeguati interventi nel campo geologico, idrogeologico e di regimentazione delle acque superficiali. Solo “formalismo burocratico “ sostituito da conoscenza ed esperienza nel rilascio delle autorizzazioni per opere pubbliche e private hanno ridotto il Ns territorio urbano, extraurbano e periferico ad uno “sfasciume geologico”. Una pianificazione urbanistica scellerata e sostanzialmente guidata da “inopportune distrazioni” ha poi irrimediabilmente compromesso la possibilità di un corretto uso del suolo ed oggi , la malattia sembra tornare ancora in auge. ( 2 ) La Legge 183 dell’anno 1989 che ha introdotto i principii di urbanizzazione territoriale di ampia ed avanzata prospettiva nel settore geologico ed idrogeologico, è andata dimenticata, disattesa così come sembra disattesa sia stata anche la legge 1140, vecchia del 1942, e l’aggiornamento della N°10 dell’anno 1978. Oggi Falconara “trema in silenzio” per una situazione che diventa, giorno dopo giorno, sempre più grave e le stesse indicazioni della Regione Marche, prot. 2067, di ns memoria, sono andate dimenticate.


Possiamo ben dire che sono inconsistenti, insignificanti e superflue le poche misure prese dall’Amministrazione Comunale impegnata “in altre problematiche” e in quelle di bilancio necessarie per sanare vuoti di cassa, forse poco significative per eliminare situazioni di “instabilità” dei suoli. L’inerzia del potere politico e la cultura emergente e dominante, hanno cementato un fallimento al quale non si voleva credere, ma che oggi si è concretizzato e consolidato. Falconara stà pagando gli effetti dell’incapacità, dell’incoerenza dell’organizzazione pubblica nelle decisioni e nelle scelte che ci hanno accompagnato nel passato, nel recente e purtroppo anche nel presente. Ci conforta il fatto che i misfatti sono e saranno di monito per tutti i cittadini, in particolare per coloro che hanno vissuto nella cecità politica di sprone e di confronto per quella classe politica locale impegnata seriamente a riottenere un giusto equilibrio dell’ambiente nel territorio urbano nella speranza ultima che le condizioni meteorologiche future non siano del tutto ostili.



Democrazia Cristiana Marche