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Falconara: Sansò (Dc) 'Si preferisce la vanitas alla veritas'

Democrazia Cristiana Marche 5' di lettura 13/03/2012 - La catastrofe è imminente e potrebbe essere evitata se non si snobbasse la “gravità”, se esprimendo “coraggio” si dicesse la “verità”, mettendo al bando la “vanità”.

Premesso che:
1) che i nostri solerti “leader locali” ci sembrano miopi e indecisi; 2) che la miopia, in assenza di coraggio, abbia determinato il tradimento delle aspettative; 3) che la collettività ha da qualche tempo un’idea chiarissima del disastro economico finanziario a cui va incontro vista la gravità del problema, riservandosi di poi “ punire nelle urne” gli statisti locali;

4) che i politici da strapazzo ora in auge non sono in grado di convincere i futuri elettori o gli esponenti meno perspicaci del proprio partito; 5) che i costi, le spese crescono giorno dopo giorno unitamente a tasse , contributi e balzelli; 6) che le parole dette, ridette, sbandierate ai quattro venti hanno assunto il ruolo di “slogan”, di propaganda di partito; 7) che le capacità irrisorie, quando poi “sperimentali” finendo per orientarsi al “non intervento”; tutto ciò premesso la catastrofe è imminente e potrebbe essere evitata se non si snobbasse la “gravità”, se esprimendo “coraggio” si dicesse la “verità”, mettendo al bando la “vanità”.

Due logiche oggi si oppongono: la vanità dà il primato all’appartenenza, a quella maschera rassicurante che copre interessi egoistici e prospettive di corto metraggio dietro proclamazioni altisonanti, misurando ogni cosa sul gradimento dei propri adepti e del “proprio clan”. La verità fonda invece le scelte sui valori permanenti, sulla dignità di ogni persona umana davanti al suo destino, temporale ed eterno. Oggi all’orgia delle frivolezza che ha celebrato i miti del consumismo esasperato e dell’edonismo rampante, vanno opposte scelte fondate sulla verità e sul primato dei valori, a cui nessuno è lecito sottrarsi.

Il “modus operandi” dei nostri amministratori locali ha separato l’autorità dall’effettiva autorevolezza dei comportamenti e la rappresentanza democratica dalla reale rappresentatività dei bisogni e degli interessi dei cittadini. Dove l’amministratore e/o il politico perseguono unicamente il proprio interesse, puntando sull’immagine e sulla produzione del consenso, lì trionfa la “vanitas” a scapito della “veritas”. Il primato della verità esige una politica ispirata alla ricerca disinteressata del bene comune, capace di ascoltare, sconvolgere i cittadini come portatori di bisogni e di diritti, di proposte e di potenzialità e perciò in grado di dire anche dei no per far ciò che è giusto.

La “vanitas” trionfa lì dove si privilegia l’effimero a ciò che non lo è, sradicando l’agire delle memoria collettiva, di cui sono tracce, ad esempio, le opere d’arte e dell’ingegno , le tradizioni spirituali e religiose. Una comunità come la nostra, privata di memoria, perde l’identità e rischia di essere esposta a strumentalizzazioni perverse: il trionfo della “veritas” consiste qui nel rispetto e nella promozione del patrimonio culturale, artistico, religioso della collettività, come base per il riconoscimento dei bisogni e delle priorità cui tendere. Il Tutto ha un’impatto positivo sull’economia che va calcolato sia sincronicamente, in rapporto alla fruibilità dei beni stessi, sia diacronicamente,misurandone gli effetti benefici sui tempi lunghi e risparmi connessi ad una sana azione di tutela e di prevenzione.

E’ bene sottolineare al Ns Sindaco Brandoni che l’ambito dell’economia è parimenti luogo della contrapposizione fra “vanitas” e “veritas”: se alla prima s’ispira un’azione economica orientata al solo profitto e all’interesse privato, alla seconda punta un’economia attenta non solo alla massimizzazione dell’utile, ma anche alla partecipazione “ di tutti al bene”, al rafforzamento dello stato sociale, alla promozione dei giovani, delle donne, degli anziani, delle minoranze. Quindi un’economia di comunione, che miri alla messa in comune delle risorse, al rispetto della natura, alla partecipazione collettiva degli utili, al reinvestimento finalizzato a scopi sociali, al principio di “gratuità” e alla responsabilità verso le generazioni future, può essere il modello della svolta necessaria in questo campo.

La città “Falconara futura” non potrà essere programmata e gestita secondo le logiche esclusivamente utilitaristiche: o sarà frutto di una economia integrata che unisca l’interesse pubblico a quello privato secondo i principi di una economia civile in grado di valorizzare tutti i soggetti in gioco e di promuoverne la crescita collettiva, o rischierà di accrescere le dinamiche della frammentazione, che producono la “disumanizzazione” della società e purtroppo i primi sintomi sono già molto evidenti. Non possiamo non ricordare al nostro Podestà locale la centralità della persona umana , la sua dignità, la sua salute, qui appaiono criteri decisivi, dove vanitas e veritas vengono a discriminarsi :una società che non investa su lavoro e “salute dei cittadini” è destinata a inesorabile declino.

Essenziale l’etica quale dialettica della verità aperta a valori fondati sulla comune umanità e sulla dignità trascendente della persona: quest’etica si caratterizza per il primato della responsabilità verso gli altri, verso se stessi e verso l’ambiente, per l’urgenza della solidarietà che pone in primo piano i diritti dei più deboli. E’ urgente: per uscire dalla crisi “falconarese” è preferibile, alla logica di “corte” vedute della”vanitas”, la logica della “ condivisione e del servizio “. E’ un invito a tutti gli “amministratori locali”: è altresì dovere di tutti, nella misura in cui ci stia a cuore la città “Falconara futura” sperare che nel suo inarrestabile destino non ci sia la dissoluzione.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 13-03-2012 alle 18:43 sul giornale del 14 marzo 2012 - 759 letture

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