Giorgi: 'Sullo Stabile Corona sbaglia e si assume gravi responsabilità'

Il Commissario Corona ha tutti gli strumenti per salvare e rilanciare Il Teatro Stabile delle Marche, la più alta entità dello spettacolo dal vivo ministerialmente riconosciuta nella nostra Regione e dimostrare quella responsabilità che il Consiglio Comunale di Ancona, complici speculazioni politiche non degne di una Città capoluogo di Regione, non ha saputo interpretare.
La Corte dei Conti ha indicato la strada: approvare un piano industriale di rilancio, provvedimento che la Giunta Gramillano, su forte pressione ed indicazione dei nostri assessori e consiglieri comunali, ha redatto approvando un documento di chiaro indirizzo politico programmatico volto alla fusione tra la Fondazione Stabile e la Fondazione Muse, ente cannibale che ha bruciato 30 milioni di euro di soldi pubblici per creare il nulla, coinvogliando su se risorse depredate ad altre realtà culturali regionali di reale grandezza, riconoscimento e valore culturale.
E nell 'ultimo bilancio approvato dal Comune di Ancona, ci sono le risorse specifiche per lo Stabile, basta andarsi a rileggere i verbali di quelle sedute e trovare le dichiarazioni di chi, colpevolmente ignorante o consapevolmente speculatore politico, ne attaccava la destinazione. La Regione ha fatto il suo dovere e condivido totalmente la posizione di Marcolini che è la posizione espressa dall' Assemblea Legislativa delle Marche quando ha approvato lo stanziamento a bilancio di 900mila euro per il progetto di rilancio dello Stabile: sono soldi destinati e vincolati a quell' atto che il Commissario può e deve fare e la cui rinuncia potrà ancor pesare ancor più gravemente sul Comune di Ancona e sul giudizio sul commissario e sulle sue responsabilità.
Corona invoca il Commissariamento, ma il Commissario, la prima cosa che farà sarà proprio quella di bussare alle casse del Comune di Ancora e chiedere conto del debito dello Stabile che, innegabilmente, pesa sulla coscienza degli amministratori della città che, dopo Galeazzi, volutamente, per interessi politici, hanno agito per la distruzione dello Stabile, ente nato libero da condizionamenti politici " Il Teatro Stabile più giovane e dinamico d'Italia" e per questo condannato a morte.
E il Comune di Ancona, nel caso della liquidazione dello Stabile, si troverà sulle spalle, in base al reale assetto societario della Fondazione, oltre il 60% del debito che pagherà senza prospettive.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 12-02-2013 alle 23:03 sul giornale del 13 febbraio 2013 - 1277 letture
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