Bugaro e Giacanella: smembramento Automedica tra Falconara e Chiaravalle, 'Non garantirà stesse certezze'

La realizzazione di riforme che migliorano e rendono efficienti i sistemi è l’obiettivo di una classe politica avveduta. La riforma del sistema sanitario regionale è un’altra cosa diversa che abbandona le sicurezze del sistema attuale per avventurarsi in un sistema poco chiaro, il quale attraverso un’irrazionale semplificazione della rete ospedaliera incide sui livelli di assistenza, determina una riduzione di assistenza sanitaria facendo venir meno il mantenimento di quelle attività orientate a soddisfare i bisogni della cronicità/fragilità, e contemporaneamente non garantendo una risposta tempestiva ed efficace alle situazioni di emergenza e di urgenza.
Non è tutto. Questa riforma sanitaria, approvata dalla Giunta Regionale “alla chetichella”, senza passare al voto del Consiglio Regionale e soprattutto senza ascoltare i Sindaci e le associazioni di categoria, determina anche la morte del volontariato nella ns. Provincia. È infatti palese il tentativo il tentativo di imporre il modello “pesarese” su tutto il territorio regionale senza tener conto delle peculiarità storiche del nostro territorio, l’anconetano, nel quale il volontariato rappresenta un patrimonio inestimabile di valori civili e morali. Chiariamo subito un aspetto; questa riforma è voluta dalla Regione Marche e dal PD pesarese senza alcuna imposizione dall’alto. Infatti L. 135/2012 (la c.d. spending review) impone esclusivamente la riduzione il numero dei posti letto ospedalieri a 3,7 ogni mille abitanti in modo da contenere la spesa pubblica destinata alla Sanità.
Mentre la Giunta Regionale del Pd pesarese sta imponendo un piano di riordino e di riduzione della frammentazione della rete ospedaliera che è ancora più incomprensibile se è vero quanto affermato dal Pres. Spacca secondo il quale il sistema sanitario marchigiano ha raggiunto il pareggio di bilancio. L’Assessore regionale Mezzolani ed il Direttore dell’Asur Ciccarelli propongono criteri e soluzioni superati da tempo, in un’affannosa ricerca di errate economie di gestione, ciechi ad una visione complessiva del sistema che tenda ad accrescere le tutele per le persone e non a toglierle in nome di mere logiche di risparmio a breve termine e non considerando le maggiori spese nel lungo periodo. Infatti, questa riforma nata sotto il nome del risparmio, non è accompagnata da alcun dato economico sui costi presenti e sui, presunti, risparmi futuri. Nessun dato sui costi per gli specifici interventi che sostengono i vari nosocomi. Niente insomma ad eccezione della ferma volontà di perseguire le solite logiche clientelari care al PD ed in particolare a quello pesarese.
Di questo riforma esiste un aspetto ancor più grave: la palese discriminazione dei territorio avvenuta con solite logiche partitiche e clientelari. Ed in particolare l’Area Vasta 2 è stata ingiustificatamente penalizzata;questa riforma è stata adottata proprio nel periodo nel quale a Falconara e Chiaravalle erano in corso le elezioni amministrative e con la contemporanea vacanza della funzione di Direttore Generale nell’AreaVasta 2. Solo l’Area Vasta 2 ha subito la riconversione di due strutture a livello di assistenza bassa, quelle di Chiaravalle e Sassoferrato. Ciò nonostante il nosocomio di Chiaravalle assista un bacino di utenza di oltre 70.000 abitanti di gran lunga maggiore rispetto a quello degli altri sette piccoli ospedali che, vale la pena ricordare, mantengono posti ospedalieri di lungodegenza, oltre al day surgery e a posti letto di riabilitazione ed, in alcuni casi, nonostante la vicinanza gli uni con gli altri, si prenda ad esempio gli ospedali di Loreto e Recanati che distano appena 6 km l’uno dall’altro.
Inoltre lo smembramento dell’Automedica in futuro ubicata per dodici ore presso la Sede della Pubblica Assistenza Croce Gialla di Falconara e per le restanti 12 ore a Chiaravalle non potrà mai più garantire le stesse modalità e certezze operative dello stato attuale. Ciò nonostante Falconara insista su un’area AERCA, e veda la presenza sul proprio territorio di siti sensibili come Raffineria Api e Aeroporto e sia interessata da uno snodo ferroviario, due uscite autostradali e la spiaggia. Non ha caso anche il Responsabile del Dipartimento Protezione Civile Regione Marche ha sottolineato l’importanza della presenza e del mantenimento della POTES di Falconara M.ma (ora MSA) considerata la peculiarità ed i rischi che insistono nel suo territorio. Questi sono solo alcune delle criticità di questa riforma sanitaria che si configura quindi come inaccettabile nella forma ed inapplicabile nella sostanza, rappresentando un passo indietro rispetto alle garanzie attuali per la salute del cittadino e cieco ad una visione complessiva del sistema che tenda ad accrescere le tutele per le persone e non a sacrificarle in nome di illusori risparmi di breve periodo.
I Firmatari: Giacomo Bugaro Vice Presidente Consiglio Regionale Marche e Marco Giacanella Presidente Consiglio Comunale Falconara M.ma
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 09-08-2013 alle 11:15 sul giornale del 10 agosto 2013 - 1175 letture
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