Centro commerciale di Ancona nord, Quercetti: 'Un dubbio ci sorge spontaneo, dove va l’acqua?'

Chi in questi mesi passa o è passato per l’area del casello di Ancona Nord non può non aver notato l’enorme cantiere costituito dalla sovrapposizione dei lavori per la realizzazione della terza corsia autostradale e da quelli della lottizzazione per una nuova grande area commerciale e direzionale.
La collina di Grancetta è stata sbancata per centinaia di metri, decine di ettari fino a pochi mesi destinati all’agricoltura e con una regimentazione idraulica già inadeguata per la presenza appunto dei rilevati stradali dell’autostrada e della statale 76 e dei relativi svincoli, sono stati urbanizzati in attesa della realizzazione di capannoni commerciali, strade e parcheggi. Il cantiere dell’A14 va avanti, i lavori della lottizzazione sono fermi da mesi, l’abbiamo scritto alcuni giorni fa, pesa sul futuro dell’area una recente sentenza del Consiglio di Stato, forse una fittizia suddivisione dei lotti per evitare i vincoli e i limiti che le leggi regionali hanno imposto per la grande distribuzione, certamente le osservazioni della Provincia su una variante che il Comune di Chiaravalle avrebbe formalizzato a fine maggio 2013. Sono questioni complesse e delicate sulle quali, carte alla mano, certamente torneremo.
Quello che oggi ci preme evidenziare è l’aspetto idraulico, gli inevitabili scarichi delle acque meteoriche sul fosso Cannetacci e i rischi conseguenti per il limitrofo quartiere di Castelferretti, la possibilità concreta che la realizzazione di questa lottizzazione pregiudichi i risultati che la Provincia vorrebbe realizzare attraverso la costruzione di una vasca di espansione proprio lungo il Cannetacci. Ma andiamo per ordine. La lottizzazione e, in quel tratto, l’ampliamento dell’autostrada hanno, a nostro parere, un solo modo per scaricare le acque piovane: il fosso Cannetacci appunto, uno dei corsi d’acqua più a rischio di tutto il reticolo minore dell’Esino, esondato negli ultimi 10 anni almeno due volte, nel 2006 e nel 2011, e causa e concausa di allagamenti diffusi a Castelferretti e Fiumesino.
Proprio per mitigare il rischio, con soldi pubblici, la Provincia ha predisposto un progetto per la realizzazione di una vasca di espansione (un area di esondazione controllata) da realizzarsi a monte dell’abitato di Castelferretti. L’iter di approvazione dovrebbe essere sostanzialmente concluso, il costo a carico della collettività probabilmente più di un milione di euro! Non entriamo nel merito sulla validità idraulica del progetto della Provincia sappiamo però che la sua realizzazione, per stessa ammissione dei progettisti, non risolverebbe definitivamente il rischio di alluvione. Segnaliamo una contraddizione che, da osservatori, ci pare evidente: è logico e sensato realizzare a monte un’opera di contenimento delle piene di un corso d’acqua e, contemporaneamente, a valle, aumentare a dismisura le acque che confluiscono nello stesso fosso?
Vogliamo sperare che tutto sia stato calcolato e adegutamente ponderato, che nel valutare il progetto della vasca si sia opportunamente tenuto conto dei nuovi afflussi derivanti dalle urbanizzazioni in corso. Non ci sembra problema di poco conto, c’è in gioco la sicurezza della popolazione. Auspichiamo che il nostro dubbio venga immediatamente smentito. Il Comune di Chiaravalle fino ad oggi ha fatto orecchie di mercante e non ha risposto alle nostre domande, questa volta non può esimersi dal rispondere, stessa cosa dovranno fare la Provincia e tutti gli uffici competenti. Aspettiamo fiduciosi di essere smentiti!
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 19-09-2013 alle 20:22 sul giornale del 20 settembre 2013 - 1454 letture
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