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comunicato stampa
Chiesa affollata per l'addio a Benedetta. 'Non sciupate il suo sorriso, ricordatelo sempre'

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bara bianca
Chiesa affollata per l'addio all'angelo biancoverde Benedetta Moroni, scomparsa dopo giorni di agonia dopo un malore sul campo da basket. Il parroco: 'Non sciupate il suo sorriso, ricordatelo sempre'. Il ricordo di uno dei tanti genitori presenti.

Lunedì 17 febbraio 2014, presso la Chiesa di Santa Maria di Loreto di Ancona, alcune centinaia di persone hanno partecipato al funerale di Benedetta. La celebrazione è prevista per le ore 14.30, ma le persone prendono posto nell’edificio con largo anticipo. La chiesa è affollatissima, sono presenti tutte le fasce d’età, a cominciare dalle molte persone anziane, fino ad arrivare ai tantissimi ragazzi e ragazze dell’età di Benedetta, senza dimenticare i numerosissimi genitori presenti.

Tra gli adulti, noto tanti volti increduli, occhi lucidi, sembra di vivere in un’atmosfera surreale, con le tante domande che ognuno di noi si porta dietro, alle quali difficilmente riusciamo a dare una risposta. Il coro della parrocchia sta provando ancora una volta i canti, mentre spicca la presenza dei giovanissimi atleti della squadra Stamura, che indossano la divisa dai colori bianco e verde. Sono presenti anche atleti di altre società sportive, mentre alcune ragazze non riescono a trattenere le lacrime. Mi colpisce in particolare una ragazza con le treccine, che non sembra darsi pace, molti le vanno incontro abbracciandola per consolarla. Sono le 14.30, ormai non entra più nessuno, la mia impressione è che vi siano persone che non riescono ad entrare in chiesa. Poi appare la bara bianca, che entra al seguito dell’applauso e di numerose corone di fiori. I partecipanti sono davvero tanti, la celebrazione inizia puntuale all’orario stabilito.

Il celebrante, assistito dai sacerdoti provenienti anche da altre parrocchie, ha il difficile compito di darci una risposta, una speranza, per noi tutti sbalorditi e sconvolti dalla morte di una tredicenne piena di vita. Nell’Omelia, il sacerdote ci dà subito un ritratto delle Benedetta bambina, vivacissima, sempre presente alle celebrazioni con i genitori Gabriele ed Ursula ed il fratello Filippo, una famiglia unita. “Non sciupate il suo sorriso, ricordatelo sempre”.

Ed ancora “Benedetta non era triste, non dovete essere tristi”. Il sacerdote, nel parlare dell’episodio che vede Gesù dodicenne parlare con i dotti del tempio, ci spiega che Benedetta, per quanto abbia vissuto appena tredici anni, con il suo sorriso, la sua voglia di vivere, la sua generosità, ci ha conquistati tutti. Probabilmente il sacerdote ha ragione, la rabbia e la rassegnazione fanno parte del mondo degli uomini, mentre la speranza e la gioia debbono tornare ad avere un loro ruolo. Comunque, a me pare che dalla celebrazione di quest’oggi, se siamo entrati in chiesa smarriti, la figura di questa ragazza ci conforta, e non è cosa da poco. Dopo la celebrazione della Santa Messa, all’uscita sono testimone di una piccola nota di colore: alcune atlete della Società Sportiva Stamura scivolano sull’erba bagnata, e qualcuna nello stramazzare a terra ride divertita. Quelle risate adolescenziali, totalmente innocenti, non passano inosservate, ed una compagna più grande di qualche anno, con un garbato rimprovero, dice “Non dovete ridere”.

Chissà, mi viene in mente che forse, se fosse stata con noi, anche la sorridente Benedetta si sarebbe messa a ridere. Qualche istante più tardi, vi è il lancio dei palloncini bianchi con dei nastri colorati, che anziché prendere il volo vanno a fermarsi sul tetto della chiesa, e non sembrano intenzionati a cambiare posizione: poi, improvvisamente e senza preavviso, anche i palloncini decidono di andare verso il cielo, e nello spiccare il volo riescono a strappare un secondo applauso.

Un genitore



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