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D'Angelo di rientro da Roma, 'Fare paragoni con Ancona sarebbe assurdo'

Italo D'Angelo 4' di lettura Ancona 22/03/2014 - "Sono di rientro da Roma. Ieri c'erano le manifestazioni di Libera e quella della Papa Giovanni xxiii contro lo sfruttamento della prostituzione".

Sono passato per Via del Tritone, vicino Piazza di Spagna e Fontana di Trevi,a 30 metri Piazza San Silvestro ,ingresso al "tridente" del Commercio di Roma. Fare paragoni con Ancona sarebbe assurdo. Eppure, anche a Roma, in soli 250 metri di strada non pedonalizzata, negozi vuoti o sfitti e persino una farmacia chiusa. La crisi in Italia c'è e si vede, ovunque. Il motivo principale ,ormai riconosciuto dalle Associazioni di commercianti e monitorato da studi di esperti di economia è la crisi ormai quasi settennale :disoccupazione dilagante, deindustrializzazione, bassi salari, pensioni bassissime. Le persone non hanno soldi da spendere e chi li ha non vuole azzardarsi a spendere per paura del peggio.

Così è per Ancona, al Centro, al Piano, a Torrette e a Pietralacroce ove il club dei vip è pur esso in stato prefallimentare. Un altro motivo è quello dei canoni altissimi al centro: da 3500 a 5000 euro . La rendita immobiliare soffoca l'imprenditorialità quando il solo negozio costa 2 redditi mensili di chi ci lavora. Altra concausa non da poco: la contraffazione dei prodotti -talora sfacciati-con i vu cumprà che pongono in vendita le loro mercanzie davanti ai negozi. Un mix di pesi imponenti e difficili da combattere se le ricette sono quelle che appaiono sui quotidiani locali: i commercianti che si trasformano in esperti di viabilità e trasporti che dettano sensi unici ,la sosta e le aree da pedonalizzare; dall'altra Amministratori che spiegano ai commercianti cosa e come vendere ai clienti, mentre essi stessi alimentano l'intermediazione parassitaria sugli affitti anziché preoccuparsi ed intervenire affinché la città sia più bella, vivibile, decorosa e pulita. Anche responsabilizzando gli stessi negozianti a rendere più gradevole il centro urbano.

Quei cartoni accatastati davanti ai negozi alle 10 del mattino possono invitare un cliente ad entrare in un negozio?! Il Comune nel giro di pochi anni qualche guaio l'ha fatto, sperperando una decina di milioni con l'acquisto di immobili come l'ex Angelini, la sede di Ancona Entrate o l'area dei Mutilatini a Portonovo ,mentre i tanti immobili di cui è proprietario vanno in malora. Con affitti passivi che gli costano circa 700.000 euro all'anno.

Lo stesso Comune, oggi, si sta preparando ad una operazione che non ci convince del tutto, come l'ex Metropolitan ,un contenzioso da anni con la proprietà Longarini ,ma non mi sembra stia facendo molto per risolvere il problema dei condoni da parte dei cittadini che si trascina da anni . E poi le tante bellezze architettoniche di inestimabile valore, ma inguardabili per come sono ridotte. Qual è la ricetta risolutiva di tutti questi problemi? Non credo ci sia , o almeno io non la conosco.

Però qualcosa si potrebbe e dovrebbe fare: recuperare innanzi tutto un rapporto costruttivo con tutti gli interessati alla soluzione della crisi della città. Fare sistema, come si dice oggi, evitando il muro contro muro al quale abbiamo assistito in questi mesi e come sembra stia tuttora accadendo: caso emblematico i dehors. Concentrare gli sforzi e risorse: Soprintendenze, Associazioni, Enti dello Stato e articolazioni sul territorio ,la Provincia, la Regione e le Partecipate.

La crisi nazionale e internazionale non verrebbe risolta, ma in Ancona qualcosa si potrà creare. Agire quanto prima sulle imposizioni locali , agevolando ad esempio chi affitta a canone calmierato e inasprendo le imposizioni per chi pratica canoni esosi o tiene sfitti gli immobili. Evitare passi falsi in avanti come quello di far entrare la Camera di Commercio nel progetto Quadrilatero che la costringerebbe ad aumentare la tassa per l'iscrizione camerale ai commercianti, agli artigiani, agli imprenditori di Ancona, quindi una nuova tassa " Quadrilatero" che andrebbe ad aggiungersi alle altre che dal 94 ad oggi sono aumentate del 650% . Attuare una buona politica delle partecipate, responsabilizzando il quadro dirigenti ed evitando, ad esempio altri contratti " ad personam ", per evitare che le tariffe dell'acqua siano tra le più alte d'Italia ,come nel caso della Regione e città.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 22-03-2014 alle 23:02 sul giornale del 23 marzo 2014 - 2241 letture

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