La Meraviglia di Brachetti scalda le Muse con un viaggio intorno al mondo

Arturo dopo l’esplosione di un aereo in volo si trova catapultato all’interno del reparto lost&found di un grande aeroporto internazionale colmo di valigie, casse e bauli. Oggetti ricchi di storie da raccontare, come quelle dei luoghi visitati, delle persone con cui viaggiano, delle aspirazioni e dei sogni dei proprietari con le loro fantasie e illusioni. Un universo magico e ricco di sorprese. È così, quindi, che Brachetti ci fa subito viaggiare intorno al mondo, dall’Europa all’America dall’Africa all’Asia proponendo il meglio del quick change: in un battito di ciglia si trasforma davanti agli occhi degli spettatori offrendo un caleidoscopio di personaggi che realizza con grandi costumi o solo con pochi oggetti.
L’abilità di Brachetti non si limita poi all’arte che lo ha reso famoso in tutto il globo, la seconda parte dello spettacolo è dedicata infatti alla sand painting incentrata sui personaggi di Tim Burton per poi passare alle sempre affascinati ombre cinesi. Accanto a Brachetti, troviamo il giovane Luca Bono, mago, illusionista e abilissimo manipolatore. La parte comica è affidata a Francesco Scimemi, che, tormentato dalla fame, va cercando una valigia che contiene un mondo di sapori e bontà siciliane.
Si ispirano alla tradizione della «Commedia dell’arte» spolverata dal surrealismo, invece, il duo Lucchettino, formato da Luca e Tino, che gioca anche con la parola, i nonsense e le altre lingue. A dirigere lo spettacolo il regista teatrale Davide Livermore, che per la prima volta si cimenta in un varietà.
Spettacolo divertente e piacevole ma non entusiasmante. Sembra peccare un po’ nella costruzione e nella connessione tra le varie parti: dialoghi a tratti scontati, nesso fra le azioni comiche e l'illusionismo, così come l'interazione anche per certi versi eccessiva con il pubblico, resta senza una adeguata relazione.

Questo è un articolo pubblicato il 27-03-2014 alle 15:48 sul giornale del 28 marzo 2014 - 1215 letture
In questo articolo si parla di spettacoli, Chiara Trasatti, arturo brachetti
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