Eusebi: "Marche, riapriamo la cassaforte"

Oggi il panorama creditizio è assolutamente desolante. La cassaforte è strachiusa ma è giunto il momento di riparirla. Alle aziende si risponde picche, alle famiglie non si fa credito ed a quelle più “fortunate” si chiedono tali e tante garanzie che in pochi passano questo infame setaccio. Anche nelle Marche spesso non basta neppure rinegoziare il mutuo per sopravvivere. Nelle Marche si rischia il default dell’edilizia e dello stesso mercato immobiliare. Tanto per capirci, Banca Marche è stata letteralmente spolpata dai piranha ed oggi è sostanzialmente ingessata. La Popolare di Ancona dentro l’Ubi è quasi un pesciolino muto. Ecco perché occorre che la Regione (e il Presidente Spacca, che non è il Padreterno, ci prova e ci riprova), deve obbligatoriamente giocare le poche carte che ha in mano per favorire una politica del credito che aiuti chi vuole intraprendere, che dia la possibilità alle aziende sane di continuare a stare sul mercato. Ma anche di spingere perché le banche aiutino i giovani, le famiglie a farsi casa senza suicidarsi finanziariamente.
Del resto basta leggersi il rapporto ANAEPA Confartigianato edilizia del maggio scorso per rendersi conto che dal 2008 ad oggi nel nostro Paese si è passati da 686.587 transazioni residenziali (271.775 assistite da mutuo ipotecario) a 403.124 (143.572 con mutuo ipotecario) con un preoccupante – 41,3%. Addirittura un - 47,2% per le transazioni immobiliari residenziali con mutuo ipotecario. Sempre dal rapporto ANAEPA Confartigianato edilizia si ricava che l’importo medio del mutuo a famiglia è pari a 12.060 euro ed oscilla tra i 14.332 euro nel Centro- Nord e i 7.245 euro nel Mezzogiorno. A livello regionale il carico maggiore è di 17.458 euro a famiglia in Lombardia e quello minore di 4.020 euro in Basilicata. Nelle Marche al 13 dicembre 2013 c’erano 6802 mutui (2,6% in meno rispetto al 2012) mutui per acquisto di abitazioni con un importo medio a famiglia di 10.888 euro. In particolare ad Ancona ci sono 2436 mutui (12.336 euro/anno), ad Ascoli 955 (11.549 euro/anno ), a Fermo 356 (5.184), a Macerata 1108 (8.764 euro), Pesaro Urbino 1938 (13.035 euro anno).Tutti dati al lordo delle cartolarizzazioni e mutui oltre il breve termine. D’altra parte, le stesse puntuali elaborazioni dell’ Ufficio Studi della Confartigianato sui dati Banca Italia permettono di avere un quadro chiaro di come si muove il nostro Paese. Sul fronte abitazioni, ad esempio l’Italia ha in assoluto i mutui più cari. Tanto per capirci, da noi un mutuo costa più che nel resto d'Europa. A maggio 2014 il tasso medio d'interesse sui prestiti per acquisto di abitazioni era del 3,07%, mentre nei paesi dell’eurozona era invece del 2,71% . E’ non è poco!! Nonostante questo, qualcosa sembra muoversi nel composito mercato delle compravendite immobiliari che nel primo trimestre 2014, per la prima volta dopo 8 trimestri consecutivi di calo, sono cresciute dell'1,6% rispetto a marzo 2013. Di certo ha influito non poco il fatto che nello stesso periodo, il prezzo delle abitazioni è sceso del 5,3%. Insomma, chi aveva qualche soldino da parte, ha sicuramente comprato bene.
L’importo dei mutui erogati per l'acquisto di abitazioni sempre nel maggio scorso è stato di pochissimo superiore ai 360 miliardi, in flessione dell'1,1% rispetto all'anno precedente. Le flessioni più accentuate si registrano in Abruzzo (- 4%), Basilicata (- 3,4%), Molise (-3,4%), mentre solamente in Trentino Alto Adige si è riscontrato un aumento dell’1%. Il rapporto di Confartigianato mette in evidenza che, sul totale dei prestiti alle famiglie per acquisto di abitazione il centro nord con l'80,7% fa la parte del leone. Tra le regioni che utilizzano il maggior volume di mutui è in testa la Lombardia, con il 24,5% del totale, seguita da Lazio (12,9%), Emilia Romagna e Veneto (entrambe 9,1%), Piemonte (7,8%) e Toscana (7,2%). Come se non bastasse, a pesare sulla crisi del mercato immobiliare vi è anche la tassazione che tra il 2011 e il 2013, nel passaggio da Ici a Imu, è aumentata del 107,2%.
E con l'introduzione della Tasi, (la nuova tassa sui servizi indivisibili) le cose potrebbero peggiorare. Per la Cgia l'applicazione del nuovo tributo ad aliquota base farebbe infatti crescere il prelievo fiscale del 12%, mentre se venisse applicata l'aliquota del 2,5 per mille la tassazione sull'abitazione principale aumenterebbe addirittura del 60% rispetto al 2013. Insomma, verrebbe quasi paradossalmente da dire: aridatece l’Imu.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 02-09-2014 alle 11:24 sul giornale del 03 settembre 2014 - 2223 letture
In questo articolo si parla di politica, Paolo Eusebi, consigliere regionale
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