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comunicato stampa

L'Arcivescovo Menichelli lancia il suo messaggio: "La scuola: responsabilità e fatica"

4' di lettura

Come ogni anno, alla riapertura delle scuole l'Arcivescovo Mons. Edoardo Menichelli saluta il mondo della scuola con un suo messaggio ricordando che in questa diocesi, in Osimo nella omonima Basilica, riposano le spoglie mortali del Celeste Patrono degli studenti: san Giuseppe da Copertino.

"Risuona la campanella": così amano scrivere i giornalisti per indicare la riapertura dell'anno scolastico. - scrive mons. Arcivescovo. - Anche io inizio così questo messaggio che indirizzo a tutto il mondo della scuola: ai piccoli che per la prima volta varcano con trepidazione la soglia di un edificio scolastico, ai ragazzi e alle ragazze oramai abituati ad affrontare il quotidiano impegno dell'apprendere, agli studenti delle scuole superiori che con lo sguardo sono giá proiettati al tempo universitario o professionale, agli insegnanti che con passione e quotidiana dedizione partecipano la loro sapienza e saggezza alle nuove generazioni, ai dirigenti chiamati ad una solerte organizzazione della scuola e a far crescere la qualitá della stessa, infine ai vari addetti alla custodia e al buon funzionamento del cammino formativo. Sempre consapevole che la scuola é il luogo più significativo della vita sociale della comunitá, desidero offrire qualche spunto di riflessione, nella speranza di collaborare cosí alla dimensione qualitativa della scuola.

1 - La scuola è di tutti e per tutti. Essa deve essere percepita come una ricchezza, un diritto, una cattedra di sapienza. La scuola non vive come risultato di una delega da parte di qualcuno, piuttosto essa è la sintesi di una complessitá di amore, di una consapevole sinergia, di una pubblica stima. I vari livelli delle responsabilitá sociali, ma soprattutto il tessuto vero della comunitá nelle sue articolazioni più vive (cito ad esempio la famiglia) devono convergere in un'appassionato interesse per la scuola di modo che essa possa svolgere l'indispensabile compito della formazione e dell'acquisizione delle vrtù sociali di cui tanto si sente il bisogno. Occorre amare la scuola!

2 - La scuola è responsabilitá e fatica. Non tornino né difficili né antipatiche queste due parole, piuttosto esse siano traccia e binario di tutti coloro che rendono la scuola viva e fruttuosa.

Responsabilitá e fatica: cari ragazzi e ragazze non si va a scuola per sport né per passare il tempo, piuttosto per imparare che ogni tempo della vita, dono prezioso che Dio ci ha dato, va celebrato nella consapevole coscienza che nessun giorno deve essere segnato dalla vagabonderia. Altre volte mi sono permesso di dire che la scuola è un luogo sacro perché lì impariamo a far fruttificare i talenti che ci sono stati dati e che ognuno di noi è chiamato a renderli servizio per tutti. Con il ricordo di essere stato studente (ogni giorno dovevo percorrere a piedi circa 3 chilometri per andare a scuola), posso dire che quei giorni sono stati i più belli e fruttuosi della mia vita. Lo auguro anche a voi!

Responsabilitá e fatica: stimati dirigenti e insegnanti, so del vostro impegno e conosco la passione con la quale vivete il servizio verso la scuola. Con rispettoso pudore mi permetto di chiedervi: costruite un rapporto interpersonale con gli studenti cogliendone le paure, i desideri, le solitudini, le aspirazioni. Non abbiate timore di essere esigenti senza tuttavia cadere nella omologazione: ogni persona ha la sua ricchezza e la sua povertá. Anche voi collaborate perché ogni persona trovi la sua identitá e la sua spirituale armonia. Siate capaci di coniugare competenza e tenerezza. Alla sapienza dei libri cerchiamo tutti di unire la sapienza del cuore!

Responsabilitá e fatica: cari genitori conoscete molto bene la trepidazione, la generositá, ma anche qualche svogliatezza dei figli (ne abbiamo tutti fatto personale esperienza). La scuola vive e sará sicuro strumento formativo se percepisce di essere conosciuta e amata. La scuola non è un luogo di delega, quasi che ad essa si consegnano per un po' di tempo i figli, piuttosto é parte viva e utilissima della crescita di ogni persona. Collaborate con la scuola, siate vicini alla scuola, date stima alla scuola.
Occorre anche di essere capaci di incoraggiare i figli ad andare a scuola con gioia e far capire loro che il tempo scolastico é il tempo della prima fatica per la crescita. In un tempo in cui si celebra di più una omogeneitá al ribasso, sollcitate i vostri figli a crescere nella passione per il sapere che genera la sapienza della vita.

Nella nostra Chiesa diocesana si custodisce la memoria santa di uno studente non eccellente nelle doti, ma eccellente nell'impegno e nella ricerca della "Sapienza grande" quella cioè che da senso e qualitá al nostro tempo umano e alla persona: san Giuseppe da Copertino le cui sacre spoglie sono ad Osimo. É il protettore degli studenti. A lui affido la scuola, i ragazzi, gli insegnanti, i dirigenti, i genitori perché assista tutti e faccia compiere un cammino di vera crescita. Con la mia benedizione.



Questo è un comunicato stampa pubblicato il 12-09-2014 alle 16:48 sul giornale del 13 settembre 2014 - 1094 letture