Rubini e Crispiani (SEL): "Altro che grate, si restituisca l'IPSIA alla città"

Lo Stato in cui versa oggi l'Ipsia fotografa a pieno l'abbandono in cui versa molto del cospicuo patrimonio immobiliare del Comune di Ancona colpevolmente lasciato all'incuria e all'abbandono.
Appena un anno fa con l'occupazione dello stabile di via Ragusa a fini abitativi era emersa questa problematica in tutta la sua gravità: Ancona è piena di edifici pubblici completamente in disuso che andrebbero restituiti quanto prima ai cittadini anconetani. Il patrimonio pubblico infatti , come si intuisce dal nome stesso , è qualcosa che deve appartenere alla cittadinanza ed in quanto tale andrebbe gestito e fruito in maniera comune e collettiva da chi vive la città.
Per queste ragioni riteniamo davvero scandaloso lo stato in cui questi edifici versano e l'istituto professionale IPSIA è appunto uno una delle situazioni più gravi. Ad aggravare la situazione c'è l'approccio con cui l'amministrazione comunale si sta occupando di questa vicenda perseverando nell'abbandono e nella chiusura di tutti o quasi i più importanti edifici pubblici della città.
Per questo chiediamo all'amministrazione comunale di avviare una discussione sul futuro di tale patrimonio a partire dal futuro dell'IPSIA su cui l'idea dell'assessore Foresi di farne una grande "galera" piena di inferiate, seppur temporanea e per motivi di sicurezza, ci sembra lo specchio della mancanza di idee di questa amministrazione. Noi invece chiediamo un cambio di passo sulle orme di tante belle e interessanti esperienze che provengono da varie parti d'Italia in cui il patrimonio pubblico è già da tempo gestito e rivalorizzaro collettivamente. Gli edifici pubblici di questa città vengano dunque rimessi a valore utilizzandoli per scopi sociali e culturali tramite un coinvolgimento ampio e trasversale dell'associazionismo della cittadinanza.
Francesco Rubini e Stefano Crispiani , SEL Ancona Bene Comune
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 10-12-2014 alle 23:42 sul giornale del 11 dicembre 2014 - 1181 letture
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