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Sindacati bancari indicono sciopero BCC il 2 marzo, nelle Marche l'incontro è a Fano

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Sciopero nazionale dei collaboratori del Credito Cooperativo indetto per il 2 marzo da CISL, CIGL, UILCA e sindacati bancari contro la decisione unilaterale Federcasse di rescindere tutti i contratti integrativi. Previsti anche presidi specifici e flash/mob.

CISL, CIGL e UILCA indicono lo sciopero nazionale dei dipendenti delle Banche di Credito Cooperativo contro la decisione unilaterale della Federazione Marchigiana delle stesse di disapplicare il contratto integrativo sul lavoro. Annullando questa condizione verranno meno una serie di indennità, si ridurrà il numero dei permessi, non potranno più essere riconosciuti alcuni inquadramenti per posizioni specifiche e gli stipendi si abbasseranno di due o trecento euro al mese. Lo sciopero dei bancari si propone contro la classe dirigente e a difesa dello stato attuale delle cose all’interno del Credito Cooperativo. Si tratta di uno strumento poco usato nel settore – l’ultimo risale al 2000 -, che si rende però necessario a far riprendere le normali condizioni sindacali di accettabilità. Interesserà mille e cinquecento dipendenti delle diciannove BCC marchigiane, chiamati a protestare il 2 marzo presso la sede BCC fanese di Piazza XX settembre.

Ai comportamenti censurabili dell’amministrazione - che piuttosto che prestare ascolto alle richieste dei soci avrebbe preferito partire per una vacanza ai tropici – si è deciso di reagire con uno sciopero per rispondere ad una situazione sentita come insostenibile. Con il recesso dal contratto integrativo, oltre ai diritti economici si perdono quei diritti dei lavoratori conquistati negli ultimi cinquant’anni, diritti che si chiede di non ridurre esclusivamente a quelli previsti dalla costituzione e dal codice civile. La riforma del sistema deve esserci, ma la pretesa è che questa non parta dal togliere i diritti ai lavoratori, su cui sembra si voglia sempre scaricare il problema “crisi”.

Con lo sciopero il settore del Credito Cooperativo intende dare una risposta unitaria (trentasettemila sono infatti i lavoratori che si prevede sciopereranno nelle varie località scelte per la manifestazione) e di sistema all’amministrazione in una fase di regressione delle relazioni sindacali mai verificatasi prima. Non si ritiene possibile decidere unilateralmente a un tavolo una simile disapplicazione ed è per questo che i dipendenti da collaboratori devono diventare controparte della Federcasse. Lo sciopero è sentito come strumento di ritorno al dialogo necessario tra lavoratori e amministrazione, anche per mantenere la propria specificità territoriale, in una realtà molto diversa da quella francese o tedesca. La richiesta è di più ampia partecipazione possibile. Le iniziative sindacali proseguiranno con presidi specifici e flash/mob.



Questo è un articolo pubblicato il 25-02-2015 alle 13:43 sul giornale del 27 febbraio 2015 - 2289 letture