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Eusebi e Signorini: "Ancona sicura e senza paura, i fatti e le chiacchiere"

paolo eusebi 2' di lettura Ancona 27/02/2015 - L'avvosindachessa Mancinelli incontra il prefetto Cannizzaro. L’on. pd Carrescia (marcoliniano) presenta una interrogazione al Ministro dell’Interno. L’altro on. pd Lodolini (cerisciolano) incontra il sottosegretario agli interni. Tutto l’attuale establishment Pd sembra scoprire soltanto ora l’esigenza di Ancona e degli anconetani di sentirsi sicuri.

Solamente ora, in piena bagarre primarie, il Pd nelle sue diverse componenti avverte l’esigenza di dar voce alla richiesta insopprimibile di sicurezza che viene da parte di tutta l’opinione pubblica. Le telecamere sono sicuramente utili ma non sufficienti, Ci vuole un maggiore controllo del territorio e sul territorio. Ci vuole una sinergia maggiore fra le forze dell’ordine, fra polizia, carabinieri, guardia di finanza. Con una presenza significativa dell’esercito che nel capoluogo garantiva alcuni presidi ben precisi.

Ma anche un coinvolgimento diverso del Corpo della polizia municipale pur nel rispetto dei propri compiti istituzionali . Ed ancora una interazione con la vigilanza privata soprattutto per il controllo delle frazioni, di quelle zone maggiormente esposte ai raid della malavita, organizzata e non. L’esecutivo Gramillano aveva avviato una operazione di questo genere che poi, però, non ha trovato la necessaria continuità. Non a caso si stava anche lavorando alla possibile installazione di un sistema di rilevazione fotografico dei mezzi in transito nelle zone periferiche proprio per poter verificare movimenti notturni sospetti.

Oggi purtroppo la situazione è peggiorata. Ecco perché, a prescindere dagli appuntamenti elettorali, la sicurezza di tutti gli anconetani (di destra, di sinistra e di centro) non può essere garantita da interventi episodici, è indispensabile da una strategia di breve e medio periodo della quale il Comune deve necessariamente farsi parte attiva e dare la linea. Nessuno vuole la militarizzazione della città ma tutti vogliono invece vivere in una città dove alle 20 non scatti il coprifuoco e dove i cittadini più esposti non siano costretti a chiudersi nei loro fortilizi domestici col terrore di imprevedibili incursioni. Ecco, il Comune deve fare di più che non andare a salutare il Prefetto. E deve farlo nella consapevolezza che una città sicura è una città che può guardare avanti senza condizionamenti e senza paura.

Roberto Signorini
Paolo Eusebi






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 27-02-2015 alle 16:49 sul giornale del 28 febbraio 2015 - 1352 letture

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