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Raschia (Cgil): "Rispondere al crescente bisogno di sicurezza!"

polizia municipale 3' di lettura Ancona 01/03/2015 - In tema di sicurezza, è di sicuro interesse quanto sostenuto da Confartigianato che, pure non manca di esprimere tutta la preoccupazione di artigiani e commercianti. Lo fa chiedendo maggior presenza delle forze dell’ordine, impegno adeguato ma soprattutto la definizione di un piano deciso e condiviso.

La richiesta più sentita da parte degli imprenditori riguarda la maggiore presenza sul territorio anche delle forze della Polizia Municipale, per contrastare il crescente fenomeno dell’abusivismo e della concorrenza sleale, come lo smercio di prodotti contraffatti. Una voce fuori dal coro! Perfettamente in linea con quelle che sono le funzioni e i compiti cui deve si rispondere. Ecco cosa potrebbe dire un Sindaco in Prefettura per tutelare profilo e identità della PM e un impiego appropriato dei nostri lavoratori in direzione di una finalità largamente sentita. Obiettivi peraltro fissati dall’ordinamento vigente. Ribadisco: competenze di polizia amministrativa, in materia di abusivismo, appunto, commercio, mercati, edilizia, viabilità, gestione del traffico e fruibilità urbana.

Materie delicatissime specialità della PM. Non discuto le emergenze cittadine legate a un bisogno di sicurezza crescente, richiamo l’accezione più ampia del tema. Penso ad esempio alla complessità della domanda sociale legata anche alla terribile crisi economica, con situazioni di emergenza ed esasperazione (mancanza del lavoro, perdita dell’alloggio, precarietà economica…). Servono certo politiche di contrasto alla criminalità e non di meno politiche sociali territoriali. Altrimenti non se ne esce. A fronte di questa situazione, però, si registra una contrazione di risorse economiche e di personale. Della PM si è detto più volte, ma la situazione dei servizi sociali è drammatica: in poco tempo vedrà una riduzione di 12 unità, per pensionamenti, e in parte per scelte sbagliate dell’Amministrazione che ha destinato il personale ad altri servizi e mansioni con effetti prevedibili, senza una visione d’insieme. Una gestione con meno punti di riferimento per chi opera quotidianamente nei servizi. Ciò è insostenibile per tutti e per i nostri operatori: lavoro sociale sempre più complesso, eccessivi carichi di lavoro in una condizione di sicurezza assai problematica.

La difficoltà di dare risposte concrete ed esaustive, unita alla situazione generale pesante, porta spesso a comportamenti che, non di rado, sono sfociati in atteggiamenti aggressivi verso il personale che subisce minacce ed aggressioni fisiche e verbali. Non mancano vittime di stalking. Ecco le condizioni nelle quali si opera: questioni più volte poste ma le risposte non sono arrivate. Gli operatori continuano a svolgere il proprio mandato professionale in situazioni di criticità, senza alcuna protezione, mettendo a rischio la propria incolumità. E’ forte la sensazione di solitudine e di lontananza delle Istituzioni quella che si avverte nei luoghi di lavoro. La situazione sopra esposta risulta ulteriormente aggravata dalla mancanza di un quadro organizzativo certo. Non è chiaro cosa l’amministrazione intenda fare, con quali risorse e soprattutto con quali strategie.

Non sembra esserci, almeno allo stato attuale, una visione organica dell'insieme; sembra, piuttosto, che le scelte siano guidate da esigenze immediate ed impellenti di dare risposte a “spot”. Serve un salto di qualità, un modello organizzativo diverso per rendere parteci e protagonisti quanti operano in questi contesti, forti di competenze indispensabili per governare il necessario cambiamento positivo, riconoscendo professionalità sperimentate. Per rendere concreto ed efficace un reale processo di riorganizzazione dei servizi si deve partire dai posti di lavoro. Solo così il cambiamento è possibile e sensato.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 01-03-2015 alle 20:25 sul giornale del 02 marzo 2015 - 1739 letture

In questo articolo si parla di attualità, fp cgil, fp cgil marche, Andrea Raschia

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