Eusebi: "Marche: primarie e...primariati per nocchieri improvvisati"

Il meccanismo delle primarie scricchiola da tempo. Cofferati in Liguria ne ha pagato lo scotto e ha salutato lor signori. De Luca in Campania non fa dormire sonni tranquilli a Renzi.
E poi i risultati ognuno se li gioca come vuole. Prendete le primarie per il candidato presidente di regione della coalizione del centro sinistra nelle Marche. Il Pd con i suoi cespugli fa i salti di gioia. Il segretario dem Comi non sta più nella pelle per gli oltre 40mila marchigiani che si sono recati alle urne. Per carità, se si dovesse confrontare questo dato con quello delle primarie per la scelta del segretario locale dem, beh Comi avrebbe ragione di gioire.
Allora si presentarono ai seggi poco meno di 12 mila persone quasi quanti gli iscritti Pd nelle Marche. Se invece si vanno a fare i confronti con le primarie per il segretario nazionale del Pd del dicembre 2013.le cose sono ben diverse. In quell’occasione Renzi, Cuperlo e Civati si spartirono poco meno di 94 mila voti. Da dicembre 2013 a febbraio 2015 i votanti sono scesi di oltre il 50%. E dire che Ceriscioli e Marcolini hanno battuto a tappeto il territorio. In particolare Pesaro, Ascoli e Fermo hanno premiato il matematico ex sindaco di Pesaro Ceriscioli mentre Marcolini, è prevalso nelle province di Ancona (nonostante tifassero per Ceriscioli la sindachessa Mancinelli e l’ex sindaco Sturani) e di Macerata.
Con la vittoria di Ceriscioli e dei suoi compagni pds, ds figli e nipoti di una socialdemocrazia che nelle Marche non ha mai attecchito del tutto, la regione rischia un pericoloso pesarocentrismo fortemente penalizzante. Un salto nel buio che la regione non si può permettere. Ceriscioli è infatti un prodotto della vecchia scuola centralista e burocratica. C’è poco da fare, è solo il cambio di amministratore della Ditta. Ma questo il povero buon Comi non lo dirà mai. Ed è invece proprio per questo che i marchigiani debbono puntare sulla continuità dell’azione di buon governo guardando ora più che mai al centro che Marche 2020 ed Area Popolare hanno costruito per creare con le forze vive della Regione una solida alternativa ad un sistema di potere evidentemente guasto e che guasta. Senza rottamare le intelligenze e le competenze e senza affidarsi a nocchieri improvvisati, alfieri di quell'ipocrita rinnovamento del “lèvate te che me ce metto io” tanto di moda da Enrico Letta (Enrico stai sereno!) in poi.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 03-03-2015 alle 17:19 sul giornale del 04 marzo 2015 - 1098 letture
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