comunicato stampa
Eusebi: "La Mancinelli vende fumo e svende aziende"

Nell’attesa, all’incontro organizzato dal Comune e dall’Anci Marche sul come valorizzare gli asset di una città, parla per slogan e vende fumo, tanto fumo. Lo fa appoggiandosi alle esili spalle di Fassino ma anche avendo in prima fila tutto il gotha del Pd con Comi e Ceriscioli e possibili candidati consiglieri regionali scalpitanti. Insomma una passerella di venditori di fumo da non credere. Eppure la Mancinelli, quasi dimenticandosi di una economia marittima come la nostra che vive di pesca e navalmeccanica, ha scoperto l’acqua calda sostenendo che il turismo ed il patrimonio storico e archeologico di Ancona sono gli assett su cui puntare per lo sviluppo del capoluogo. Sempre per slogan: nessun miracolo ci salverà, la stella polare deve e dovrà essere il coinvolgimento di tutta la città. Per rafforzare questo concetto ha persino scomodato Dio ringraziandolo per la prossima partenza da Ancona del sovrintendente Gizzi. Siamo davvero alle comiche. La sindachessa vende fumo, individua nemici, chiama a raccolta la città e poi fa come gli pare. Un bel modo di intendere la partecipazione e la democrazia. Da un lato infatti vende fumo e dall’altro svende le partecipate. O comunque ci prova. E lo fa mettendo i suoi fedelissimi alla testa di un processo di svendita che comprende un po’ tutto: da Prometeo a Multiservizi, da Anconambiente a Conerobus. Mettendo tutto in un calderone dove perdite e ricavi si misceleranno in maniera tale da far saltare il banco, convinta che gli anconetani quasi non se ne accorgeranno.
Per fortuna, però Ancona ha memoria, non troppa ma ne ha. E quindi sa bene cosa significhi depauperare le aziende gioielli di famiglia e magari mettere sul mercato aziende (come a suo tempo la centrale del latte) con la scusa che non hanno più alcun significato sociale. Ancona sa altrettanto bene che la sua vocazione turistica non è quasi mai stata assecondata in modo intelligente da Palazzo del Popolo. Così come sa che a Guasco San Pietro, il rione storico nobiliare, le ferite del sisma del ’72 non sono state ancora rimarginate, così come sa che più di 2000 anni di storia anconetana è coperta da transenne, erbacce, mondezza e cancelli chiusi, così come sa che il commercio nel centro storico sta soffrendo senza che il Comune alzi un dito per sostenerlo. Cara sindachessa, prima di vendere fumo e di svendere le aziende, ci pensi bene... e mi raccomando, non provi a “privatizzare” pure l'Arco di Traiano, con la scusa che un bravo finanziere lo farebbe “fruttare” di più

SHORT LINK:
https://vivere.me/agDx